La campagna delle alleanze per eleggere a giugno il nuovo sindaco si fa sempre più politicamente spregiudicata, con i dovuti distinguo, fra quelli che ormai sono i quattro candidati sindaco: la preside Giulia Flavio, candidata sempre più del Pd e sempre meno del centrosinistra dato che, a poco a poco, i diversi partiti di centrosinistra si sono allontanati per via della questione delle primarie. Tutti – dal Partito della Rifondazione Comunista, al Partito Socialista, al Megafono, all’Udc e perfino anche un nutrito gruppo di culicchiani rimasti politicamente orfani dopo la rinunzia a candidarsi da parte dell’attuale sindaco Giovanni Cuttone – ripetiamo, tutti questi richiedevano le elezioni primarie da affrontare con il Pd. Ma nulla è successo. Il coordinatore del Pd Enzo Nastasi ribadisce che le elezioni primarie non si sono potute fare perché nessuno dei possibili partner (e in particolare l’Udc e il Megafono che a livello regionale collaborano con il Pd e con il Governatore Rosario Crocetta), hanno mai indicato reali candidati alle primarie. Gli altri sostengono che il Pd solo astrattamente si è dichiarato disponibile. La sostanza è che almeno fino al momento in cui scriviamo (mercoledì 17), il Pd sembra che correrà da solo, a meno che, con una mossa al cardiopalma, non deciderà un’alleanza all’ultimo minuto nientemeno che con una buona fetta di culicchiani disposti a sostenere Giulia Flavio. Il problema poi in questo caso sarebbe come eventualmente convincere gli elettori a capire un’alleanza con il gruppo politico facente capo al(l’ex?) nemico di sempre.
Sull’altro candidato, l’ing. prof. Dino Mangiaracina è difficile dire la propria perché ancora – prescindendo dal voto di opinione che nei piccoli paesi e per le elezioni del sindaco è in genere poco consistente – non è sicuro chi e quanti lo sosterranno: Intanto sarà certamente appoggiato da una associazione culturale “Liberamente” da poco costituitasi, oseremmo dire, ad hoc; poi forse da Rifondazione Comunista rimasta delusa dall’impossibilità di fare primarie col Pd; poi forse da alcuni dissidenti del Pd che non gradiscono la candidatura di Giulia Flavio; poi forse dagli stessi culicchiani rimasti orfani politicamente di Cuttone (ma dove devono andare questi culicchiani, con Giulia Flavio o con Dino Mangiaracina?). In questo caso, quanti voti i culicchiani porteranno a Mangiaracina e quanti gliene faranno perdere?
Un altro candidato su cui non si possono fare previsioni certe è quello dei grillini, Giovanni Inglese, che andrà avanti da solo, come da indicazioni del Movimento 5 stelle. Un exploit di voti tali da farlo vincere, sembra da escludere (a prescindere dalle sue qualità personali nel cui merito ovviamente non entriamo né per lui né per gli altri candidati) anche perché pure a Partanna dopo le performances per il governo nazionale, il Movimento è in calo di immagine e, comunque, anche alle nazionali non ha ottenuto a Partanna, pur nella grande affermazione elettorale, un numero tale di voti da consentire l’elezione di un candidato sindaco senza alleati.
Last but not least, si colloca il candidato Nicola Catania, ex vicesindaco di Cuttone, culicchiano per tantissimi anni. Ed ora? Intanto si è di buon’ora candidato a ricoprire la poltrona di primo cittadino e sembra che i culicchiani che non sono con lui, questo non lo abbiano gradito affatto ed anzi avrebbero voluto, così si dice, fare una grande coalizione che comprendesse gli elettori di Giulia Flavio e di Dino Mangiaracina per bloccare Nicola Catania che si presenta con lo slogan del cambiamento guidato da “esperienza e competenza”, qualità che sono necessarie per governare anche una piccola città come Partanna. Catania si è assicurato il sostegno di tutti i papaveri locali e provinciali del centrodestra con la consegna, però, di non dirlo. Le liste che lo sosterranno saranno, infatti, tutte rigorosamente “civiche”. Ma Catania “rischia” di far convergere su di sé i voti di quanti lo ritengono candidato vincente. Peraltro, essendosi preparato alla campagna elettorale molto tempo prima dei suoi avversari che per ragioni diverse solo da poco stanno uscendo allo scoperto, Catania ha potuto fare incontri con imprenditori, lavoratori, impiegati, insegnanti, ecc. ed ha pensato a far conoscere per tempo i suoi programmi: Il più recente colpo grosso è l’acquisizione del sostegno, senza simbolo, di una buona fetta dell’Udc che ha abbandonato otto mesi di trattative col Pd sulla vicenda delle primarie. Proprio perché appare forte, i culicchiani rimasti vicini a Culicchia farebbero, come si è accennato, carte false per sconfiggerlo e si alleerebbero perfino col Pd trascinandosi, se potessero, anche Mangiaracina, incuranti della grande confusione che si verrebbe a determinare nell’elettorato.
Noi siamo convinti che ancora potrebbero esserci colpi di scena, visto che non è tuttora chiaro come andrà la partita delle alleanze. Qualcuno ha addirittura prospettato – ma ormai sembra solo un loro pio desiderio – di coinvolgere un grosso nome in grado di coagulare attorno a sé tanti consensi, come ad esempio – ma è solo un esempio – un Corradino Mineo in grado di guidare la città e di lasciarla al tempo stesso, per i suoi impegni romani, spesso in mano al suo staff che potrebbe essere formato dagli attuali candidati sindaco o da alcuni di essi per le incombenze locali. Ma è chiaro che al punto in cui siamo, è un’utopia.
Sembra, comunque, per tornare a quello che sta succedendo, che, data la loro spregiudicatezza politica, potrebbero essere ancora i culicchiani (non andati con Catania e rimasti ancora culicchiani tout court) a determinare il successo di questo o quel candidato sindaco. Come dire: c’è ancora molto di Culicchia nei candidati (e pure da qui la copertina). L’unico politicamente più lontano è il grillino Giovanni Inglese, ma abita nella stessa strada dell’on. Culicchia!