PALERMO – Le carceri della Sicilia restano al centro delle cronache per le continue violenze e gli atti di aggressione contro il personale di Polizia Penitenziaria di cui si rendono protagonisti alcuni detenuti.
Gravissimo l’ultimo episodio, questa mattina (13 luglio), sul quale riferisce Calogero Navarra, segretario nazionale per la Sicilia del del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria: “Questa mattina, un agente di Polizia Penitenziaria entrato in una cella per la consueta battitura di controllo delle inferriate alle finestre, è stato proditoriamente contrastato dal detenuto straniero che vi era ristretto (soggetto noto per avere posto in essere molti comportamenti finalizzati ad alterare l’ordine e la sicurezza interna, all’Ucciardone ed anche in altre carceri del Paese) che gli ha strappato il ferro usato per le operazioni di controllo ed intimando all’agente di non muoversi. Per fortuna, il tempestivo intervento degli altri poliziotti ha fatto sì che il detenuto restituisse quasi subito il ferro e ha lasciato libero il collega. Il SAPPE adesso dice veramente basta! Sta diventando sempre più pericoloso fare questo lavoro, senza uomini e mezzi appropriati, senza una formazione adeguata e senza che l’Amministrazione Penitenziaria adotti adeguati provvedimenti penali e disciplinari verso questi detenuti violenti e pericolossissimi per l’incolumità altrui”.
Il segretario Generale del SAPPE Donato Capece ricorda che da mesi il SAPPE “denuncia le gravi violenze contro i poliziotti delle carceri italiane, sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e la mancata assunzione di provvedimenti in materia di ordine e sicurezza delle carceri da parte del Ministero della Giustizia a tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sintomo evidentemente di una mancanza di progettualità dell’esecuzione della pena e, in questo, contesto del ruolo dei Baschi Azzurri”. “Gli eventi critici contro gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria sono aumentati in maniera spaventosa”, conclude. “E tutto questo in assenza di provvedimenti utili a garantire la sicurezza e l’incolumità del personale di Polizia Penitenziaria”.
Capece sottolinea anche il fallimento delle espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia: sono state solamente 456 nel 2021. “Da tempo il SAPPE denuncia la correlazione tra aumento degli eventi critici nelle carceri e presenza di detenuti stranieri, come è il protagonista del grave evento critico accaduto all’Ucciardone. E’ sintomatico che negli ultimi vent’anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere quasi 17.000 rispetto alle circa 55mila presenze. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine, come da tempo denuncia il SAPPE, può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili. Nel 2021 i detenuti stranieri espulsi a titolo di sanzione alternativa alla detenzione sono stati solamente 456 (165 albanesi, 48 marocchini, 45 tunisini e 198 di altri Paesi). Questo, oltre a decretare il fallimento degli Accordi bilaterali tra l’Italia ed i Paesi con la più alta presenza di connazionali tra i detenuti ristretti in Italia (Marocco, Romania, Nigeria, Albania, Tunisia), sembra dimostrare che questi Paesi non vogliono il rientro in patria di migliaia e migliaia di loro connazionali con gravi precedenti penali e con pene che potrebbero essere scontate in carceri del Paese di provenienza”.
Detenuto sequestra agente in carcere all’Ucciardone: tempestivo intervento della polizia penitenziaria
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