Dibattito polemico in consiglio comunale sul regolamento che disciplina l’attività di diffusione delle sedute del consiglio comunale

PARTANNA – Ad un giornale non è il caso di chiedere (sarebbe provocatorio il contrario) se è per la libertà di espressione in qualsivoglia modalità essa si manifesti.

Per quanto riguarda la discussione relativa al regolamento comunale che disciplina l’attività di diffusione delle sedute del consiglio comunale di Partanna (e il problema vero era se creare o no le condizioni per assicurare il servizio di diretta streaming anche ad un gruppo facebook locale che ovviamente al momento manca dei requisiti tradizionali per trasmettere informazioni), non bisogna essere scienziati della politica per capire che le posizioni, nella seduta di consiglio del 10 marzo, erano pregiudizialmente costituite in ogni squadra (e la difesa della libertà di espressione appariva solo un pretesto per “giocare a fare squadra”; sarebbe stato lo stesso – lo diciamo con voglia polemica – discutere di qualunque altra tematica anche, ad esempio, se fosse stato opportuno mettere a destra o a sinistra di una parete di un’aula scolastica il Crocifisso, ovviamente la questione sarebbe stata affrontata non per scontrarsi, ma per difendere la libertà religiosa!).

Ferma restando dunque (e bisogna essere sinceri almeno con se stessi) la contrapposizione di principio tra certe posizioni, la questione, a nostro avviso, non andava sollevata  e male ha fatto il gruppo facebook locale  a sollevarla e a sollecitare – in mancanza di accordi –  perfino il dibattito in consiglio comunale, data l’incertezza generale che regna attorno al problema dell’informazione via web.

Fino a quando, infatti, non ci sono indicazioni normative inequivocabili, accompagnate da una giurisprudenza anch’essa chiara, sono possibili sentenze come questa qui di seguito indicata:

(Roma, 26  maggio 2011. Il giornalista e blogger Carlo Ruta, che vive a Ragusa, è stato condannato in appello a 150 euro di ammenda per il reato di “stampa clandestina” previsto dalla legge 47/1948 sulla stampa. La sentenza della prima sezione penale della Corte di Appello di Catania è stata pronunciata il 2 maggio 2011. La sentenza conferma la condanna di primo grado pronunciata dal giudice Patricia di Marco del Tribunale di Modica il 9 maggio 2008 in seguito ad una denuncia dell’allora procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, che si riteneva danneggiato dall’attività del blog di Ruta.

La Corte ha stabilito che il blog di Ruta deve essere equiparato a un giornale cartaceo quotidiano; pertanto avrebbe dovuto essere registrato come testata giornalistica presso il Tribunale, e invece non lo era, (come in fondo la maggior parte dei blog di Partanna e dintorni e non solo). Quello di Ruta, fra l’altro, come è risultato da alcuni accertamenti, veniva aggiornato episodicamente e senza regolarità periodica.

E se ci sono queste sentenze peraltro pure molto recenti (su un blog di battaglia a quanto abbiamo capito), bisogna purtroppo sempre stare attenti a creare  troppe complicazioni, se si gestiscono blog (non è certamente il caso del gruppo facebook locale in questione – né in genere quello degli altri del territorio – che non disturba sostanzialmente nessuno, si pensi ad esempio a quell’intervista di un esponente del gruppo facebook al sindaco di Partanna che pareva quasi un fargli da controspalla).

In fondo, se si tiene veramente alla libertà di informazione e non al proprio “particulare” e al proprio narcisismo, il servizio di cui trattasi è già assicurato alla popolazione locale (che cambia, per la libertà di un utente, seguire lo stesso identico avvenimento in questo o quel sito?) e non lo diciamo solo perché a noi invece è stata accordata la diretta streaming del consiglio comunale di Partanna: ci fa indubbiamente piacere assicurare questo servizio, ma, senza volere snobbare nessuno, in un web mondiale, non sono quei duecento visitatori in più in quel giorno che possono far raggiungere ad un sito un grande livello o un grande prestigio (altrimenti no), anche se ovviamente, se parliamo non di qualità, ma esclusivamente di quantità,  quei duecento visitatori hanno un loro senso dentro un contesto di numeri molto  piccoli.(a.b.)

 


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