PALERMO – Nella giornata del 20 dicembre, a Palermo, una donna ammessa a fruire di colloquio con il congiunto detenuto nel carcere di Pagliarelli era in possesso di droga abilmente celata ma che non è sfuggita ai controlli della Polizia Penitenziaria. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria per voce del segretario per la Sicilia Calogero ‘Lillo’ Navarra: “Si è trattato di una significativa operazione congiunta dei Reparti Cinofili e Colloqui della Polizia Penitenziaria di Palermo, coordinati dal Dirigente Comandante di Reparto. Nello specifico, la donna, volendo fruire di colloquio visivo con il proprio congiunto detenuto, durante i controlli di rito è stata segnalata e sottoposta ad accurata perquisizione dopo gli allarmi del cane antidroga ENEA. Alla perquisizione, celato nelle parti intime, veniva rinvenuto un involucro che conteneva circa 30 grammi di sostanze stupefacenti tipo hashish. La perquisizione veniva estesa presso l’abitazione della donna, con l’ausilio delle unità cinofile, e l’infallibile fiuto del cane poliziotto antidroga ENEA scopriva ulteriori 200 grammi di hashish”. Il sindacalista riferisce che “la donna, su disposizione del magistrato, è stata arrestata e posta agli arresti domiciliari” ed evidenzia che “l’operazione assume un significato particolare in questo delicatissimo momento, per un corpo di Polizia che professionalmente opera nella società e per la società, ed è la testimonianza che la Polizia Penitenziaria, oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di Polizia”.
Il SAPPE, dunque, “esprime piena soddisfazione per tutta l’operazione svoltasi, nonostante i poliziotti in servizio presso il penitenziario del capoluogo palermitano siano ormai sempre più spesso oggetto di quotidiane aggressioni, da parte di alcuni detenuti facinorosi, i quali recentemente hanno inscenato delle proteste salendo sui tetti dell’istituto a causa dell’intensificazione delle attività di intelligence finalizzate alla ricerca di cellulari e stupefacenti”.
Commenta Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria. “È oramai continua l’azione di contrasto per l’introduzione, la detenzione e l’uso di telefoni cellulari e droga in carcere che vede quotidianamente impegnati gli uomini e le donne del Corpo di Polizia penitenziaria. È un fenomeno sempre più in crescita di quello dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli Istituti di pena che di materiale atto alle comunicazioni, come i telefonini. L’operazione è la testimonianza della professionalità della Polizia Penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di Polizia”, prosegue. “Il lavoro in carcere è un lavoro oscuro, perché quando viene arrestato un pericoloso latitante la vicenda finisce sulle pagine dei giornali, ma tutto quello che accade successivamente, negli anni a seguire, è oscuro e non subirà la stessa sorte, non comparirà sulle pagine dei giornali né in televisione, non farà notizia”, evidenzia ancora. “Per questo”, rimarca, “è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure”.
![](https://www.giornalekleos.it/sites/giornalekleos/wp-content/uploads/2024/12/cane-Pagliarelli2.jpg)
Sorpresa con droga al Pagliarelli mentre va al colloquio col congiunto detenuto: arrestata
Tag: