Gli alunni dell’I.C. “Lombardo Radice-Pappalardo” Testimoni di Pace

CASTELVETRANO – I ragazzi delle classi prime e seconde della Scuola Secondaria di I grado dei due plessi V. Pappalardo ed E. Medi, si sono impegnati a diventare “Testimoni di Pace”, grazie ad un progetto cui la scuola ha aderito, su proposta dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, fondata nel 1943, per trasmettere alle nuove generazioni la vera concezione della pace ed il rafforzamento della solidarietà nei confronti di chi ha subito o sta subendo gli orrori della guerra, tramite il valore della testimonianza diretta delle vittime civili delle guerre di ieri e di oggi.
In particolare durante gli incontri del 13 e del 16 Febbraio, i rappresentanti trapanesi dell’Associazione, ovvero il Presidente, Giovanni Barbera, il promotore e coordinatore del progetto Claudio Maltese, la collaboratrice Stefania Basiricò e i rappresentanti dell’APS “Sostieni Ucraina” di Trapani, hanno illustrato la loro Mission, la nascita, gli obiettivi, i progetti umanitari che hanno realizzato in collaborazione con istituzioni e organizzazioni operanti per la tutela dei diritti umani. Nel corso degli incontri gli studenti hanno assistito alla proiezione di filmati riguardanti le vittime civili dell’ultima guerra mondiale, oltre 2000 solo nel trapanese, tra i quali molti minori, anche in tenerissima età (di pochi mesi), morti durante i bombardamenti o dopo la guerra per incontri “fortuiti” con armi belliche inesplose, presenti tutt’ora in diverse parti d’Italia e delle nostre coste, sia sulla terraferma che nei fondali marini. Quindi sono state ricordate le vicende di giovani colpiti o feriti mortalmente da bombe/giocattolo o che hanno subito seri danni come l’amputazione di arti, cecità, deturpamento del volto.
Alle vittime civili di guerra, l’associazione ha voluto fortemente dedicare un monumento, formato con due colonne appartenenti all’antico Teatro Garibaldi di Trapani distrutto dai bombardamenti: delle due colonne, quella inclinata rappresenta la morte, la distruzione, la guerra, le vittime civili e l’altra eretta a simbolo della vita, della rinascita, del futuro, a testimoniare che i bambini di oggi, futuri protagonisti della società di domani, sono chiamati anche con piccoli gesti a costruire la pace ed essere testimoni della pace, nel solco del messaggio di Papa Francesco “Cercate di diventare artigiani della pace. Lavorando a poco a poco, con piccoli gesti quotidiani, in questo modo, riusciremo a promuoverla e portarla avanti.”
I ragazzi colpiti dalle immagini e dai racconti di giovani poco più grandi di loro, hanno posto delle domande ai relatori o hanno espresso per palesare i loro sentimenti di disprezzo verso gli aguzzini e di condivisione del dolore dei familiari sopravvissuti, Tra le testimonianze più coinvolgenti perché in presenza, quella del Presidente provinciale, anch’egli vittima civile di guerra, rimasto orfano a soli tre anni (nel 1947), a causa di una bomba inesplosa che ha colpito la nave crociera sulla quale viaggiavano i suoi genitori.
A conclusione dell’incontro il Presidente ha chiesto ai ragazzi di diventare “Testimoni di pace“, e a conferma del loro impegno ha fatto dono ad ogni classe di un gagliardetto dell’associazione da custodire fino alla fine della terza classe, quando sarà riconsegnato al Dirigente dell’Istituto per la conservazione negli archivi della scuola. Inoltre ha dato a ciascuno dei presenti un adesivo da portare a casa per diffondere il messaggio della giornata e due volumi per arricchire la biblioteca della scuola.
A conclusione della giornata al plesso Pappalardo la Dirigente è intervenuta per spiegare le motivazioni dell’adesione al progetto, ovvero dare agli alunni l’opportunità di comprendere che le vicende di guerra non sono relegate alle pagine dei libri di Storia, ma sono molto più vicine a noi sia in termini temporali che logistici; inoltre ha sottolineato che l’interesse e l’apprendimento delle vicende storiche possono essere implementati con le testimonianze dirette o indirette di chi ha vissuto quei momenti; infine, riprendendo uno dei messaggi inviati agli alunni dai relatori, si è soffermata sulla definizione della parola “guerra” che non è solo un’azione armata contro qualcuno, ma è anche la violenza psicologica e fisica del bullo o del cyberbullo, è anche lo scarso rispetto verso l’altro e le sue idee, è anche fare danno all’ambiente ed alle cose comuni: perché dove non c’è pace, c’è la guerra.
Il messaggio conclusivo della giornata, con un doveroso accenno alle guerre attualmente in atto in Africa, Medioriente, Americhe centrale e meridionale, Estremo Oriente, Europa, tra le quali quella che interessa l’Ucraina, ha offerto agli studenti l’opportunità di comprendere che conservare la memoria dei fatti, tutelare i diritti delle vittime civili di guerra e difendere i diritti umani delle popolazioni civili significa promuovere la cultura della pace, della tolleranza, della NON violenza e del rispetto tra i popoli, perché, come dice Dacia Maraini, “Dopo millenni di odi e di guerre per lo meno dovremmo avere imparato questo: che il dolore non ha bandiera”.


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