di Vito Piazza
Ringrazio quanti hanno scritto. Non per piaggeria, ma per un fenomeno di costume: le critiche che mi sono state rivolte( che accetto di buon grado, perché CRISI e CRITICA derivano dal greco “crescita) son state tutte orali, tutte in una logica di “pedi di pignu” per intenderci. Un prof. di educazione fisica mi ha detto che sono prolisso: credo che non ne conosca il significato, data la sua preparazione solo atletica e, come è noto, la testa non ha muscoli che si possono allenare. Sono disponibile per lezioni di sinteticità avendone titolo. Posso parlare della differenza tra prolisso, lungo, e sintetico, della pragmatica della comunicazione umana e di altro ancora. Ma l’interessato abituato a leggere solo quel giornale rosa non verrebbe: troppo gonfiore travestito da modestia, la virtù che i partannesi attribuiscono a chi ha il vizio del sepolcro imbiancato, quello dell’ipocrisia.
Questo dovevo e questo ho detto: Wittegstein diceva che delle cose di cui non si può parlare, si deve tacere e Manzoni disse che un bel silenzio non fu mai scritto. Consiglio al consigliere più lettura( no, no la Gazzetta dello sport!) e meno muscoli. Del resto chi aveva qualcosa da dire e da condividere ha avuto il buon gusto di scrivere, di rendersi visibile. Belle le lettere di apprezzamento della cittadina castelvetranese, capace di attingere a quella “identità terrestre e comunità di destino” che fa superare i campanilismi, le invidie e il razzismo. Splendida la lettera estiva di Giusy Trinceri, una delle nostre concittadine che ha reso onore a Partanna giocando addirittura in serie A nella pallavolo. Certo è lodevole l’iniziativa di chi ha fatto venire nel proprio istituto Corradino Mineo, ma ci si deve chiedere: cosa ha fatto per Partanna? Servirà a salvare il nostro ex Istituto Magistrale “accorpato” e in subordine?( SU QUESTO COME ISPETTORE PROMETTO UN ARTICOLO DI FUOCO CON NOMI E COGNOMI) Ha migliorato l’immagine della nostra città citandola in qualche modo nei suoi pezzi? Ha fatto quello che i PERSONAGGI fanno: ha ricevuto onori e glorie, come i calciatori, come le veline. Nessun riflesso a Partanna. Giusy Trinceri invece non è un personaggio: non è famosa e soprattutto non esibisce né la propria vita esemplare, né la dimostrazione di come una donna possa arrivare contro i pregiudizi e con sacrifici ad essere donna, sportiva, scrittrice di talento e plurilaureata. Ma torniamo al punto.
L’ultima volta abbiamo parlato delle frecce. Non è vero che i partannesi sono sempre stati senza frecce. Chi ricorda un famoso “noleggiatore”- uomo di “spirito” che più beveva e meglio guidava- che quando vedeva una curva di notte non solo suonava il clacson, ma metteva sempre le frecce?
Altri tempi. Ma non è di moltissimo tempo fa un episodio- ho i testimoni- che mi vide interlocutore privilegiato. Eravamo in una seduta del Consiglio del Regno, il Re Enzo aveva momentaneamente sospeso la seduta. C’era ancora la DC quella che ha portato agli alti vertici della provincia e della regione uomini senza qualità, né competenza, ma in compenso pieni di boria e prepotenti.
Ci affacciamo, i miei amici, un assessore ed io al balcone del vecchio municipio. Guardavamo dall’alto. Un amico ferma una macchina. Guidatore e amico si mettono a conversare amabilmente. Erano felici di vedersi, anche se si erano lasciati la sera prima. Dopo qualche minuto arriva un’auto e il conducente si ferma. Poi un’altra, poi un’altra ancora: sembrava uno di quegli imbottigliamenti che al mattino sentiamo sempre avvenire sulla tangenziale ovest Milano-. Bologna.
Il guidatore che amava la conversazione si sentiva solo, perciò parlava, parlava, conversava come se fosse nel salotto di casa propria. Il primo della fila, quello che aveva dovuto fermarsi ormai da quasi dieci minuti, timidamente fa un colpo di clacson. I due conversatori sordi, ma non muti.
Qualcun altro- la fila arrivava fino al Castello- osò suonare.
L’assessore guardava dal balcone con disappunto. Ho pensato che finalmente qualcuno avrebbe espresso il suo disappunto su un comportamento decisamente incivile. Poi quasi con rabbia CI disse:
– Vedete? Non c’è più educazione!
– Hai ragione – ci scappò.
– Ma come- proseguì l’assessore- quello non può salutare un amico che subito(dieci minuti) che subito si mettono a strombazzare con il clacson!
Amici, partannesi non gridate allo scandalo. L’amicizia è un valore, vale molto di più del bollo di circolazione: la strada è di tutti, siamo tutti uguali, anche se qualcuno è più uguale degli altri come alcuni porci nella celebre FATTORIA DEGLI ANIMALI di Orwell.
A scuola i dirigenti sono pieni di Pon e di Por: inglese, informatica, impresa( ma dove cazzo stanno le imprese qui?), ogni tanto fanno cenno all’educazione alla legalità. Partono da lontano: Costituzione, Europa, normativa, corradini minei. E se invece partissero dalla guida a Partanna.
Qualche dirigente avrà pur tentato di partire da qui, magari in quarta.
Ma si è fermato. Sotto il municipio. Doveva salutare un amico.