SALEMI – Il consiglio comunale di Salemi ha approvato all’unanimità il14 nov. la mozione di solidarietà alla Senatrice Liliana Segre, grazie alle consigliere e i consiglieri di Salemi 2024 che hanno sottoscritto l’appello, ma grazie anche ai consiglieri d’opposizione che hanno anche loro votato favorevolmente. Unica nota spiacevole è stata l’abbandono temporaneo dell’aula da parte del consigliere Francesco Giuseppe Crimi proprio nel momento in cui si doveva votare la mozione.
Di seguito il testo integrale della mozione:
“Il 19 gennaio 2018, anno in cui ricadeva l’80º anniversario delle leggi razziali fasciste, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in base all’art. 59 della Costituzione, nominava Liliana Segre senatrice a vita ‘per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale’.
Il 30 ottobre 2019 il Senato della Repubblica ha approvato la mozione inerente l’istituzione di una commissione contro Razzismo ed antisemitismo.
La Senatrice Segre, dopo il suo discorso in aula, è vittima di minacce via web e di striscioni ingiuriosi.
Riteniamo pertanto indispensabile, da parte nostra, dare un segnale sia alla comunità che rappresentiamo in questa sede sia verso coloro che, inopinatamente, cercano di infondere odio negli animi altrui, avvalendosi di ogni mezzo a loro disposizione.
Riteniamo inoltre doveroso raccoglierci intorno alla Senatrice Segre e assicurare alla stessa accoglienza in ogni sede istituzionale del territorio italiano, prendendo totalmente le distanze da coloro che fomentano l’odio, mostrandole la vicinanza della nostra comunità.
Detto atto è necessario anche alla luce della storia della nostra comunità, da sempre inclusiva e contraria ad ogni forma di razzismo
Con questa mozione ‘simbolica’ vogliamo dimostrarLe, cara Senatrice Segre tutta la solidarietà da parte di quest’organo amministrativo e di tutta la città per le recenti vicende che l’hanno vista vittima di minacce razziste.
E’ intento di questo consiglio esecrare ogni forma di discriminazione e manifestare tutto il rispetto per la dolcezza di una donna determinata, che rappresenta la memoria vivente del passo più triste della storia moderna.
In fondo, cara Senatrice, la storia del Suo popolo è fatta di migrazione, la storia della nostra terra è fatta di migranti”.