CASTELVETRANO – Lettera del preside Totò Ferri che qui di seguito pubblichiamo:
Caro Direttore, in quest’ultimo periodo, guardandomi attorno, mi capita d’essere assalito sovente da un sentimento di tristezza e di speranza nello stesso tempo. Tristezza per quanto riguarda le condizioni e lo stato di crisi in cui versano le Istituzioni della nostra Città, speranza che è riposta nella forza e nella determinazione dei tanti giovani ai quali affidare la rinascita culturale, economica e sociale del nostro territorio. Ed i successi in campo mondiale di una nostra giovanissima concittadina “Loreta Gulotta” nello sport e di tanti altri brillantissimi giovani che completano gli studi brillantemente e si affermano nel mondo del lavoro, mi fanno e ci devono fare sperare. Fatta questa premessa, mi sono riletto le conclusioni dei miei ricordi che raccontano cinquanta anni di fatti, avvenimenti e tanto altro accaduti nella nostra città. Pertanto, ove riterrai che possano essere di stimolo educativo per le Nuove Generazioni, a seguire, una breve sintesi delle conclusioni: la speranza è di non aver deluso nessuno e la consapevolezza è d’aver ricordato quasi 40 anni (1970/2010) e più di episodi, avvenimenti, storie che, se da una parte hanno ruotato attorno alla mia persona, dall’altra hanno sicuramente coinvolto e ricordato amici e conoscenti più o meno illustri, grandi e piccoli, che hanno operato, operano ed opereranno, spero, per migliorare le condizioni di vita della nostra Comunità. Nessuna autocelebrazione, ma solo lo sforzo di raccontare e ricordare momenti, decisioni, scelte di una classe politica che, pur nelle difficoltà in cui operava, basti pensare alle modalità dell’elezioni del Sindaco e della Giunta, ha cercato di onorare nel modo migliore il proprio ruolo ed il proprio mandato e mai avrebbe fatto passare in silenzio certe “pubbliche affermazioni giornalistiche” del tipo se ci fossero, anche pochi cittadini castelvetranesi coraggiosi, sicuramente i problemi della città si risolverebbero. Il coraggio non è un “mestiere” che può essere esercitato a seconda della propria convenienza.Il coraggio è una dote innata e ognuno se lo porta dalla nascita e si può esercitare in vari modi non ultimi l’onestà, il sacrificio, la dedizione al proprio lavoro e alle proprie idee senza condizionamenti e con decisione. Ed è stata proprio la mia determinazione, come riferivo prima, che ha impedito, per esempio che il “Ferrigno” fosse privato dell’attuale autonomia. Nessuna presunzione, quindi, nessun’enfasi nell’aver raccontato tutto quanto accaduto in quel periodo e anche recente. Sono state raccontate vicende che hanno riguardato momenti da me vissuti intensamente ed in prima persona insieme con i Tanti che sono stati attori protagonisti. L’auspicio è che altri amici e non possano fare lo stesso. Solo così sarà possibile creare una “continuità ideale” fra le vecchie generazioni e le nuove e ognuno potrà dire “c’ero pure io”. Un ringraziamento lo devo a quanti mi hanno aiutato nella ricostruzione di questi anni ed in particolare a mia moglie e a mio figlio per avermi sempre sostenuto!!! E come disse il vero “Totò” il vero ricco non è chi ha le tasche piene di denaro ma chi ha il cuore umile e nobile!!!
Totò Ferri