IL “COVIDDI” ESISTE O NON ESISTE?

Quando sembrava che per quest’anno l’estate partannese fosse bella e sepolta, ecco il colpo di coda! A partire sostanzialmente dalla fine di agosto e pubblicizzato solo alcuni giorni fa, un programma di spettacoli canori, sportivi, umoristici e “culturali” ha preso il via su disposizione del sindaco e dell’assessore competente. Forse qualcuno penserà che stiamo scherzando, che stiamo, cioè, facendo il verso a quegli amministratori che nel mese di febbraio predicavano di abbracciare un cinese, di prendere un aperitivo al bar, di fare il trenino al veglione di carnevale. E invece no, la notizia degli spettacoli estivi in veste autunnale è vera e verificabile. Spettacoli, naturalmente, destinati dal sindaco e dall’assessore ad un numeroso pubblico da collocare nel teatro provinciale o nelle sale del castello Grifeo. Ma, mi sbaglio o questo degli spettacoli è lo stesso sindaco che nel mese di giugno, per evitare assembramenti ha vietato ad un circo equestre di esibirsi in una piazza di Partanna?. Dico, un circo equestre, con ampi spazi e posti numerabili e distanziabili e con spettatori tranquillamente seduti e composti. E non già un teatro difficilmente controllabile e con un pubblico proveniente dalle città viciniori e presumibilmente molto vivace. E dico, nel mese di giugno di quest’anno, soltanto tre mesi fa. E’ cambiato qualcosa in questo lasso di tempo? Per la verità, sì, ma in peggio. Chè nel mese di giugno, per grazia di Dio o per fortuna, non certo per meriti speciali di qualcuno, Partanna non era ancora stata toccata dalla “cinese”. Al contrario, oggi, purtroppo, registra una decina di casi, senza contare il forte incremento registrato in provincia e, in particolare, in qualche città limitrofa. Ora, io mi chiedo se non era il caso di rinviare a tempi migliori simili spettacoli. Diciamola tutta: si avvertiva proprio la necessità di dare ai partannesi questa “gioia”? O si voleva evitare a Partanna l’onta della perdita del titolo di città delle canzonette e delle barzellette? Capisco il desiderio di venire incontro alle esigenze di artisti, agenzie di spettacoli e affini. Ma, signor sindaco, la salute dei cittadini non dovrebbe avere la precedenza?


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