PARTANNA – Vito Piazza ci ha mandato il resoconto di un fatto che è successo in una pizzeria di Partanna e che ha inserito nel suo gruppo facebook. Lo pubblichiamo assieme alle sue riflessioni.
La cronaca: Un cittadino di Partanna “già” ispettore del Miur e docente universitario, la sera tardi del 7 dicembre, verso le 22 tornava da Roma, distrutto a Partanna. Il cittadino decideva di prendere una pizza, andare a casa e mangiare. Dietro di lui un “signore”(le virgolette sono d’obbligo e i lettori capiranno perché più avanti) lo scavalcava come non esistesse e si rivolgeva al pizzaiolo – persona per bene e soprattutto onesta – intimandogli di fornirgli una pizza entro dieci minuti. Il cittadino aspettava che finisse per dire al “signore” che non era stato educato: le regole vanno rispettate, il rispetto della “fila” fa parte delle regole. Il “signore virgolettato” corre così in fretta che non gliene dà il tempo. Il pizzaiolo serve prima il cittadino. E dimostra un livello di civiltà ignoto al signore virgolettato. Il cittadino viene a sapere che l’invasore prepotente sarebbe un maresciallo della finanza.
PRIMA RIFLESSIONE. Che il rispetto della fila a Partanna sia un optional è risaputo. Che tutti lo accettino non è così scontato. Come non è scontato che tutti lo subiscano passivamente. A volte sembra di vivere nella Fattoria degli Animali di Orwell dove tutti i maiali sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri, come quel “maresciallo della finanza” di cui altro non so tranne che la maleducazione nel comportamento riportato in cronaca. Lo invito quindi a farsi vivo. Lo inviterei a chiedere scusa ma questo non credo rientri nella sua competenza emotiva: Signori si nasce diceva Totò. Quello che mi preme è riflettere: quel signore perché non rispetta la fila e “calpesta” chi educatamente sta PRIMA di lui? La divisa. “Ma non era in divisa” potranno dire i testimoni. E invece lo era. Tutti portiamo una divisa, tutti recitiamo un copione. E quel “signore” aveva DENTRO di sé la divisa, visto che la tonaca – contrariamente a quello che si crede – fa il monaco. Abituato per il suo lavoro (che dovrebbe essere al servizio dei cittadini) a incutere timore e non certo rispetto, ha creduto e continuerà a credere che il mondo a lui deve tutto. E che il mondo per lui non ha regole. Diciamo le cose come stanno: è un prepotente. E visto che la divisa – dentro – fa di ogni persona una persona rispettabile, a lui tutto è dovuto.
SECONDA RIFLESSIONE. Se tanto mi dà tanto un comportamento così abituale non può non far parte dell’intera professionalità dell’individuo. Come condurrà le sue indagini? Starà attento al fatto che davanti a sé prima che un evasore fiscale (di mezza tacca) ha davanti una PERSONA? Lo considererà REO prima che sia provata la sua colpevolezza sputando in faccia ad una Costituzione DEMOCRATICA? E’ nelle piccole cose che si annidano i fatti eclatanti. Per esempio avrebbe scavalcato il cittadino che si trovava PRIMA se questi fosse stato Alemanno o Silvio Berlusconi? Lo so, l’Italia ha problemi più gravi. Ma perché spendere tanti soldi per l’educazione alla legalità facendo intervenire la Borsellino, la Chinnici, Violante ecc. La scuola non sa fare il proprio mestiere. Non ha bisogno di cose grandi. Ha bisogno di sapere che le Forze dell’Ordine non siano ancora quelle di Scelba e delle stragi di Avola. Ha bisogno di sapere che Borsellino e Falcone mai avrebbero scavalcato un cittadino qualsiasi. Personalmente ho bisogno di sapere se la Guardia di Finanza – così mal rappresentata dall’individuo maleducato – è ancora quella che faceva la multa al carrettiere povero perché non aveva una lampada e lasciava “passare” chi viaggiava in Mercedes. Più del 90% delle forze dell’ordine è cambiato in meglio. A loro dobbiamo molto. Si può avere una soddisfazione e delle scuse da parte di quel maresciallo della finanza? Esiste anche per loro un controllo? E soprattutto: gli uomini che portano la divisa (anche dentro) sono capaci di chiedere scusa e di metterci la faccia?
Vito piazza