“Il turismo archeologico è parte essenziale del turismo italiano. Prima potevamo limitarlo a turismo esclusivamente culturale ma oggi il turismo archeologico è anche escursionistico, naturalistico e legato al turismo balneare. Ed è questo che abbiamo notato durante le Giornate Europee dell’Archeologia i cui eventi hanno registrato particolare successo”. Lo ha affermato Chiara Grassetti, Referente Nazionale Archeoclub D’Italia per le Giornate Europee dell’Archeologia. Un grande successo su tutto il territorio nazionale e in Sicilia: ad esempio, ad Augusta, a Mascali, a Cefalù.
“A Cefalù, abbiamo visto lo scavo della città greca! Si entra in un edificio del XIII secolo d.C. ma al cui interno sono stati portati alla luce i resti della città greca! A Cefalù abbiamo visto la città sotto le città: Kephaloidion! Si tratta di un sito monumentale e archeologico di proprietà della Regione Siciliana e affidato alla Curia Diocesana di Cefalù. Siamo entrati all’interno dell’edificio storico “Osterio Magno”, di epoca medievale – ha affermato Flora Fortunata Rizzo – Vice Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia – ma lì sono stati riportati alla luce i resti della città greca! Si tratta di un sito del XIII sec. d.C., chiuso per ben 20 anni.
Durante i lavori di restauro, l’esplorazione archeologica ha portato alla luce i resti di un complesso abitativo ellenistico-romano dell’antica Kephaloidion.
In uno dei due ambienti individuati è stata rinvenuta la parte inferiore di un grande pithos che accoglieva al suo interno circa sessanta monete di bronzo, databili alla fine del IV sec. a.C.
Gli scavi archeologici sono stati condotti dal prof Amedeo Tullio, dell’Università degli Studi di Palermo, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo”.