CASTELVETRANO – Marika Anzalone ha intervistato Mirko Tamburello, autore de l’ “Archivio Pignatelli Aragona Cortès” ispirato dalla sua tesi di laurea “Castelvetrano medievale e i Tagliavia”.
– Ciao Mirko, mi piacerebbe sapere cosa ti ha spinto a setacciare i meandri dell’Archivio di Stato di Napoli alla ricerca di informazioni che hai concretamente riesumato attraverso fascicoli, pergamene e manoscritti accuratamente conservati e non consultati da secoli.
Ciao Marika, la ricerca storica contenuta nel mio libro nasce nel lontano 2012 quando frequentavo l’ultimo anno di università e dovevo scrivere la tesi. Durante il biennio di corso magistrale in Storia Medievale, su sollecitazione del prof. Bonanno e in accordo con il dipartimento universitario, ho deciso di approfondire una parte consistente della storia di Castelvetrano, quella che include le origini del borgo e giunge sino all’epoca moderna.
– Quanto tempo ha richiesto questo lavoro di ricerca, di elaborazione critica e di raccolta e catalogazione di tutte le fonti storiche di una Castelvetrano basso medievale ormai dimenticata?
Rispondo alla domanda precisando che la mia ricerca ha una larga base paleografica: al reperimento dei documenti è seguita una lunga fase di studio. Ho impiegato parte del tempo per l’indagine archivistica presso l’Archivio di Stato di Napoli. Ho trascorso nella città campana una ventina di giorni, durante i quali ho studiato l’inventario del fondo Pignatelli Aragona Cortés; in seguito ho reperito, consultato e fotografato tutti i documenti, in esso contenuti, che avessero come oggetto Castelvetrano o altri domini siciliani riferibili al tempo storico di mio interesse. Raccolti i documenti e tornato in Sicilia ho cominciato un lungo lavoro di analisi paleografica e trascrizione del latino medievale. Il centro della mia indagine è infatti il periodo che va dal 1299, già basso Medioevo, al 1453, data in cui, per alcuni storici, si chiude il Medioevo. Altro tempo è servito per mettere assieme i pezzi e raccontare la storia di Castelvetrano che veniva fuori dai documenti tradotti. Dall’inizio dello studio all’ultima stesura della tesi sono trascorsi quasi due anni.
– Quali sono stati i momenti significativi di questo progetto che ti piacerebbe ricordare?
I momenti che restano scolpiti nella mia memoria sono sicuramente quelli in cui, per la prima volta dopo mesi di lavoro preventivo, ho avuto la possibilità di maneggiare i documenti originali oggetto della mia ricerca. Avere tra le mani pergamene risalenti al XIV secolo, prodotte dalla cancelleria regia dei re aragonesi di Sicilia, è stata un’emozione che non potrò dimenticare.
– E’ questo uno di quei casi in cui la passione per la “storia” diventa un servizio utile per la collettività, che, per quanto ignara delle vicende che hanno segnato il periodo d’oro del Principato dei Tagliavia ed Aragona Cortès, si ritrova a vedere riepilogato un patrimonio storico, artistico e letterario, finalmente sottratto all’oblio. Immagino tu sia fiero della tenacia e del desiderio di portare avanti questo progetto, non averlo fatto esaurire ad una tesi di Laurea e averlo messo soprattutto a disposizione di tutti.
Prima di me in tanti si sono occupati di storia locale, con risultati di rilievo storico, risultati dai quali io stesso sono partito e che stanno alla base della mia indagine storica. È vero, probabilmente la mia ricerca si pone come compendio di un patrimonio storico e letterario in larga parte già conosciuto, sono fiero di questo. Per la diffusione delle conoscenze acquisite devo ringraziare chi sta dietro al progetto editoriale Triskelés. La collana in questione mi è subito sembrata adatta come contenitore per la pubblicazione della mia ricerca.
a cura di Marika Anzalone