La LNDC critica l’ordinanza sul randagismo del sindaco di Partanna che chiarisce meglio il significato della stessa

PARTANNA – La LNDC ha criticato l’ordinanza sul randagismo del sindaco di Partanna Nicolo’ Catania. Questa la nota della LNDC

“E’ inaccettabile da un punto di vista morale ma anche e soprattutto legale, dato che va in netto contrasto con tutte le normative nazionali e regionali in materia di tutela degli animali. LNDC ricorda al primo cittadino che il suo compito è garantire il benessere dei cani del suo Comune, non affamarli.

Nicolò Catania, Sindaco di Partanna, un piccolo comune della provincia di Trapani, ha emanato un’ordinanza che parte con le migliori intenzioni. La premessa infatti ricorda che la normativa vigente è finalizzata ad arginare il fenomeno dell’abbandono dei cani e del randagismo e il Sindaco ritiene di dover intervenire per contenere le nascite di cani sul territorio e implementare i controlli sull’obbligo di iscrizione all’anagrafe canina. Fin qui tutto bene, dunque. Purtroppo però il primo cittadino ritiene anche che sia necessario “eliminare il fenomeno del sostentamento abusivo ai cani randagi da parte dei cittadini che agendo umanamente nei confronti degli stessi, alimentano il vagabondaggio”.

Tale affermazione è peraltro priva di logica, perché il dare cibo ai cani randagi non li fa vagabondare ma al contrario li rende stanziali e quindi più facili da monitorare e tenere sotto controllo. E comunque è interessante notare come il comportarsi “umanamente” sia, secondo il Sindaco, un atteggiamento da censurare. Secondo l’ordinanza è vietato somministrare cibo ai cani vaganti e chi lo fa, sempre secondo Catania, diventa automaticamente obbligato alla loro custodia e addirittura all’iscrizione all’anagrafe canina.

Questo divieto e questo obbligo dettati dall’amministrazione comunale di Partanna vanno in netto contrasto con tutta la normativa vigente in materia di protezione degli animali di affezione, dalla Legge Quadro 281/91 alla Legge Regionale siciliana del n. 15 del 3 luglio 2000 e a tutte le Ordinanze ministeriali che si sono succedute nel corso degli anni su questi argomenti. Nel dispositivo emesso dal Comune di Partanna si parla di cani vaganti senza proprietario, ma non esistono cani senza proprietario. Per legge, i cani randagi o vaganti su un territorio sono di proprietà del relativo Sindaco che è anche responsabile del loro benessere e della loro salute. Il Sindaco di Partanna, quindi, vietandone l’alimentazione, si espone al concreto rischio di essere denunciato per maltrattamento di animali, avendo impedito ai “suoi” cani di mangiare.

‘Non è la prima volta che un Sindaco emette una ordinanza di questo tipo purtroppo – commenta Piera Rosati, Presidente di Lega Nazionale per la Difesa del Cane – e non so se considerare più grave la mancanza di sensibilità o l’ignoranza delle leggi che sono alla base di questi maldestri e miopi tentativi di arginare la piaga del randagismo. Maltrattare e affamare i cani non è certo un modo corretto né efficace per fare nascere meno randagi. L’unica arma sono le sterilizzazioni e maggiori controlli sulle iscrizioni all’anagrafe canina e sulla custodia dei cani di proprietà. Misure peraltro presenti nell’Ordinanza di Partanna, che però viene rovinata da questo assurdo e inconcepibile divieto’.

Lega Nazionale per la Difesa del Cane, attraverso una lettera a firma della Presidente Piera Rosati, invita quindi il Sindaco Nicolò Catania a riformulare la sua Ordinanza, limitandosi a quelle misure di controllo ed educazione del cittadino che gli sono richieste dalla normativa vigente, rispettando anche il suo ruolo di garante del benessere di tutti gli animali presenti sul territorio del suo Comune”.

Il sindaco Nicolo’ Catania e’ intervenuto nuovamente sul randagismo chiarendo meglio il suo pensiero in merito. Questa la nota di Catania:

“Il Sindaco Catania chiarisce gli equivoci che sono sorti sull’ordinanza pubblicata pochi giorni fa in materia di lotta al randagismo.

Spiega che per mero errore è stata allegata al comunicato una bozza che presentava delle discrasie ma che certamente erano superabili se si fosse letto attentamente il comunicato, che spiegava abbondantemente l’impegno profuso dall’Amministrazione Comunale nella lotta al randagismo.

Della questione sono stati informati tempestivamente tutti i rappresentanti delle più note associazioni animaliste, fra cui il dott. Enrico Rizzi.

Meno che mai, aggiunge Catania, si sarebbe voluto impedire alla comunità gesti di umanità nei confronti dei nostri amici animali. Si voleva semplicemente impedire, come spesso avviene, che si alimentassero fenomeni di randagismo per le pubbliche vie, con tutte le conseguenze che spesso vengono lamentate dalla collettività: ivi compreso il pericolo di aggressioni, oltre alla tutela degli animali di piccola taglia spesso soggetti a fenomeni di puro cannibalismo.

In ogni caso non può sottacersi che questa Amministrazione da sempre si è prodigata per il benessere dei nostri amici animali, dalla realizzazione del rifugio, che ora diventerà canile, alla distribuzione di alimenti a carico del comune ai volontari a titolo gratuito per sfamare i randagi per strada, che già da parecchio tempo è diventata prassi consolidata, come possono ampiamente testimoniare gli stessi volontari che operano nel territorio.

Penso che un degno trattamento degli animali sia sinonimo di civiltà, ma è pur vero che bisogna adottare tutte le dovute cautele e precauzioni di convivenza civile e decorosa con questi nostri amici, al fine di tutelare la pubblica incolumità”.

 


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