PARTANNA – “Oscura e profonda era e nebulosa tanto che, per ficcar lo viso a fondo, io non vi discernea alcuna cosa. Dante
Vagando per le nostre contrade non si può prima o poi non approdare verso quel lembo di periferia urbana, delimitata fra la parte terminale del budello di via Normanni e il dedalo di territorio a ridosso dei quartieri San Carlo e San Rocco. Un’area che infonde immediata un fascino lusinghiero al visitatore che si accinge ad inoltrarsi in questa pseudo casbah nostrana, fatta di anfratti e tortili cunicoli, ristrutturazioni di scalinate e fulminee apparizioni di piazzette discoste, fra stilistiche porte di accesso verso percorsi di remoti cortiletti che, né l’usura del tempo o la perpetua opera dell’uomo, ha scalfito. Appare come un continuo gioco di stabili piani rialzati e ridondanti saliscendi, dove l’accostamento di vecchio-nuovo convive in simbiosi inscindibile, caparbiamente a palesare risvolti di gradevole gusto estetico se non fosse per l’incuria dell’ambiente, che si manifesta in tutta la sua drammaticità: sacchetti ricolmi di nauseabonda spazzatura a stazionare a ogni piè sospinto, cataste di vecchie bottiglie, barattoli accartocciati di tutte le risme ed enorme quantità di plastica disfatta regnano sovrani, oltre alle cicliche pile di pericolosi tozzi di eternit a convivere fra le erbacce lungo tutto il percorso. Sottilissimi ritagli di giardinetti si ravvisano racchiusi fra possenti muri di cemento armato, nobilitati da rivestimenti monocromi di bugne levigate in scarso rilievo, alternandosi a vari camminamenti lungo le lusinghiere scale, seppur monchi per buona parte di copertura delle lunghe lastre marmoree che li adornavano, né la razzia ha risparmiato i preziosi incassi elettrici, interamente divelti per asportarne il materiale interno. Un ameno angolo della città, mutilato orrendamente non solo dagli irrisori controlli sul territorio, quanto soprattutto dalla turpe azione dei soliti ignoti che lo hanno deturpato, incuranti dell’ingente danno arrecato alla collettività. La segnalazione vuole costituire una testimonianza ai giovani di oggi, volta a far apprezzare e valorizzare questi tasselli di micro-storia che formano una potenziale ricchezza di carattere artistico e turistico. Vuole essere, inoltre, un incentivo a far conoscere e tutelare quegli angoli caratteristici che posseggono non solo una ricchezza intrinseca, ma stanno a testimoniare le varie tappe della nostra storia e costituiscono la memoria della civiltà. E’ compito civico di ognuno di noi vigilare attentamente sul patrimonio pubblico, intervenire ove possibile per evitare che l’abbandono, le razzie e l’incuria possano cambiare il volto dei paesi e la loro identità, con profondi e penosi mutamenti irreversibili nell’immediato e in un prossimo futuro.
Antonino Pellicane