La macchina da guerra elettorale preparata da moltissimi mesi da Nicola Catania, ex vicesindaco, ex assessore, ex consigliere comunale sulla breccia da tante sindacature, ha ottenuto la vittoria prevista, sia pure non nei termini clamorosi in cui si è verificata: 3012 voti al sindaco, più del 45 per cento dei voti alle sue liste che hanno ottenuto 12 seggi su 20 disponibili. Gli altri candidati probabilmente non ce l’avrebbero fatta contro Catania neanche se si fossero coalizzati (dato che, si sa, in politica i voti non si sommano ed in ogni caso lo scarto, anche a sommarli, sarebbe stato troppo piccolo per poter pensare ad una vittoria di una fantasmatica coalizione antiCatania); quindi nessun rimorso politico per gli avversari (sarebbe ugualmente finita così, con ogni probabilità) anche se gli errori commessi sono stati tantissimi e si è generato un consiglio comunale, quasi certamente, quanto ad opposizione, meno agguerrito di quello precedente, con una maggioranza che oggi appare quasi granitica. Dunque la previsione è che se il nuovo sindaco Nicola Catania nel futuro non commetterà errori clamorosi, governerà tranquillamente per i prossimi cinque anni e forse per i prossimi cinque anni ancora. Tempi duri, dunque, per chi non ama politicamente Catania che, però, non sembra, almeno oggi, ricercare la contrapposizione a tutti i costi. Staremo a vedere, nell’interesse di una città che ha raggiunto, quanto a immagine e a servizi, il minimo storico. Si spera di risalire la china e che Partanna possa diventare, non diciamo come ha detto Catania, “la capitale del Belice”, ma che possa raggiungere in parte il ruolo che esercitava in passato. Un passato di cui Catania e la maggior parte di chi gli sta attorno, è stato figlio, sia pure un figliol prodigo. Persino l’efficace slogan (Esperienza e competenza), come ha gridato il candidato sindaco Dino Mangiaracina nel suo comizio finale, era di derivazione culicchiana! E di ricordo culicchiano erano il grande consenso ricevuto, la straordinaria partecipazione, di buon’ora, al suo successo elettorale (più di ottanta automobili hanno fatto il giro del paese a suon di clacson dopo la notizia della vittoria di Catania), di stampo culicchiano è la speranza “realistica” (data la sua “esperienza e competenza”) di portare il neosindaco alla Regione o al Parlamento Italiano, come ai tempi dell’on. Culicchia. Partanna che risale, dunque, la china? Che non si fa più “derubare” della guardia medica continua, dell’apertura pomeridiana dell’Ufficio postale, della sede dell’Unione dei Comuni, delle presidenze scolastiche, della sezione distaccata del Tribunale, del Giudice di pace, o addirittura della fiera del bestiame…? Intanto i cittadini partannesi possono godere della novità in assoluto del nuovo Consiglio Comunale (effetto, non va negato, della Legge elettorale dell’on. Crocetta) 8 consiglieri comunali donne (nelle foto) su 20 consiglieri in tutto (Nelle foto, le prime cinque di maggioranza, le altre tre di opposizione).
La storia di Partanna…si ripete?
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