LE VIE DEI TESORI chiude la sedicesima edizione. Numeri da pre-pandemia: superate le 250mila presenze

PALERMO – Numeri che portano indietro il calendario agli anni straordinari prima della pandemia: Le Vie dei Tesori supera le 250 mila presenze. Palermo sfiora i 166 mila visitatori e Catania sale e supera i 16 mila; complessivamente un incremento del 23 per cento rispetto all’anno scorso. Exploit di Termini Imerese che, trainata dall’attesa riapertura del Grand Hotel delle Terme, supera le settemila presenze; di Scicli che quasi triplica i suoi visitatori e della debuttante Alcamo che si arrampica sui suoi castelli. Messina ritrova i tempi d’oro, Caltanissetta raddoppia la performance; e così anche Trapani che trascina anche Marsala e Mazara; Enna che conferma e amplia la performance di debutto, Ragusa va per palazzi sontuosi. Funzionano le altre città della provincia di Palermo, quindi Bagheria, Cefalù e Carini. E, fuori dalla Sicilia, raddoppia le presenze Mantova.

Entusiasti e curiosi i visitatori di fine estate nella quarantina del Borghi dei Tesori Fest: hanno funzionato il “contagio” tra comuni, l’aggregazione, le esperienze.

La manifestazione in Sicilia raggiunge 245.930 visite nelle grandi città, con un incremento in un anno del 23 per cento. Interessante l’effetto continuità, la gente arriva per Le Vie dei Tesori e programma i suoi viaggi secondo il calendario del festival; funziona l’effetto itinerante, visto che cresce la percentuale di visitatori che visita almeno due comuni, passando dal 11 al 30 per cento.

Praticamente tutti i visitatori (il 90 per cento) auspicano un prolungamento del festival o comunque una maggiore frequenza di appuntamenti durante l’anno. Attivo sempre di più l’effetto fidelizzazione – quest’anno come mai in precedenza: il 28 per cento è alla sua quarta esperienza, il 22 alla sua terza, ma addirittura il 15 per cento è oltre la decima, quindi ha seguito il festival sin dai suoi primi vagiti. Il visitatore-tipo del festival parte con gli amici (44 per cento), con la famiglia (32 per cento) o in coppia (22 per cento), quasi mai da soli (9 per cento). E ama programmare: il periodo del festival influisce sulla scelta della vacanza per il 44 per cento.

Ovunque un pubblico entusiasta – l’indice di gradimento è salito al 91 per cento – per un’edizione che segna il ritorno dei turisti.

Con grandi risultati Le Vie dei Tesori archivia quindi la sua sedicesima edizione.

Tra le quindici città siciliane, come sempre Palermo – dove il Festival è nato nel lontano 2006 – svetta con le sue 166 mila presenze in cinque weekend e si conferma uno degli appuntamenti culturali più importanti della città. Dopo Palermo, ecco Catania che nello stesso periodo mette insieme 16.890 visitatori, tremila in più rispetto allo scorso anno. Nelle altre città il Festival si è svolto invece per tre weekend.

Si conferma quella che è ormai una sicurezza, ovvero la grandissima attrattività del Trapanese che quest’anno mette insieme oltre 15.830 presenze, anche in questo caso in crescita di tremila visitatori rispetto al 2021, trainate proprio da Trapani che raddoppia i suoi numeri, e sale a 9.168 presenze. Mazara del Vallo punta sulle chiese e i mosaici restituiti e amati da 3.344 visitatori, mentre Marsala punta sulle sue cantine e sulle esperienze e mette insieme 3.318 presenze. Grande risultato per Alcamo che partecipava al festival per la prima volta: andar per castelli piace parecchio ed ecco allora un debutto che vale 3955 visitatori.  Nel Palermitano, exploit di Termini Imerese: 7.222 visitatori, che guidano il drappello completato da Bagheria (3.726 presenze), poi Cefalù (3.711) e Carini (3.289) . Infine Mantova, unica tappa fuori dall’Isola dove il festival si svolge ormai da cinque anni e dove quest’anno sono state raggiunte le 4351 presenze (di fatto si raddoppia lo scorso anno) e dove sono arrivati in tanti anche dai centri vicini per scoprire le misteriose architetture di Leon Battista Alberti o seguire il corso del Rio urbano.