Legge 104/92: uso ed abuso

Legge 104/92: sappiamo cos’è, come funziona, a chi spetta e conosciamo i benefici che comporta. Non si può, però, sottacerne l’abuso. Nobilissimi sono stati i principi che hanno ispirato i promotori e il legislatore di questa legge, che tutela “l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità”. Infatti, attraverso la sua applicazione si intende, innanzitutto, far rispettare i diritti di libertà e di autonomia delle persone con handicap e, in generale, si intende permettere loro una vita il più possibile meno disagevole. Fondamentale, infatti, è che le persone con disabilità e chi se ne prende cura, possano essere integrati in ogni contesto sociale, sia esso la famiglia, la scuola, il lavoro, ecc. La legge 104 si prefigge di alleggerire le condizioni invalidanti che sono di ostacolo all’autonomia e allo sviluppo della persona umana e prevede, quindi, per i parenti prossimi di persone che abbiano certe minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, che dichiarano di essere impegnati nella loro cura e assistenza, 3 giorni di assenza dal lavoro al mese, come permessi. E’ una legge condivisibile in pieno e rappresenta uno strumento di grande conquista sociale se usata con responsabilità. Secondo i dati forniti dall’Inps, 529 mila lavoratori usufruiscono dei Permessi legge 104: decisamente più consistente la fruizione della normativa nel settore pubblico, dove la percentuale di beneficiari è del 7,4 per cento, mentre nel settore privato la percentuale dei beneficiari è di poco superiore a 1,43 per cento: oltre cinque volte di meno. Al Sud record di permessi per la scuola. Per quanto riguarda la tipologia di permesso, 27.229 lavoratori usufruiscono personalmente della 104 (cioè sono essi stessi disabili), mentre 217.912 ne usufruiscono per assistere parenti o affini e 1.034 hanno una “doppia 104”, per se stessi e per un parente. Il comparto in cui si registra in assoluto la più elevata fruizione è la scuola (103.871 dipendenti beneficiari, pari ad oltre il 42 per cento), seguita dalle amministrazioni comunali (37.750), per un costo annuo, nei due comparti rispettivamente di 210.728.850 e 31.033.70 euro. Infine, le aree in cui si concentra maggiormente la richiesta di permessi ex lege 104/92 è il Sud (36,91%), seguita dal Nord (34,86%) e dal Centro (28,23%): una tendenza particolarmente evidente nel comparto della scuola, dove al Sud ben il 47,44% dei dipendenti fruisce della legge, contro il 28% del Nord e il 24% del Centro. Questi dati oltre che far riflettere dovrebbero perlomeno imbarazzarci.

Giugno 2012 – un caso giudiziario scoppia nel municipio di Villafranca di Verona per l’uso scorretto dei permessi Legge 104. Un’ impiegata viene accusata di truffa. Troppo metodica nella richiesta di permessi per accudire un congiunto. Permessi troppo puntuali e a cadenza precisa. Una sistematicità che ha attirato l’attenzione del Sindaco che ha segnalato la faccenda, ritenendola anomala, ai carabinieri della compagnia locale. Mesi di osservazioni, indagini e raccolta di documentazioni hanno condotto, infine, alla denuncia per truffa aggravata ai danni della pubblica amministrazione dell’impiegata all’ufficio Personale di Villafranca, per aver utilizzato in modo difforme i permessi per la 104. <<È un fatto grave>> ha concluso il Sindaco, «non solo per il danno economico, ma soprattutto per l’immagine del Comune e per tutti i dipendenti che lavorano correttamente e i cittadini che pagano le tasse>>.

Settembre 2012 – un operaio della Sevel di Atessa, azienda del gruppo Fiat, e’ stato licenziato per aver usufruito in maniera impropria dei permessi concessi sulla base della legge 104. L’operaio, un 53enne della provincia di Chieti, avrebbe utilizzato il permesso per motivi diversi dall’assistenza a un familiare con handicap o con ridotta autonomia personale come previsto dalla legge 104. Un altro operaio ha ricevuto una lettera di contestazione per gli stessi motivi, cui seguirà il licenziamento. Ci si chiede, perciò, se la legge 104 debba essere cambiata o se occorra decurtare economicamente le giornate di permesso concesse, così come aveva tentato la recente Legge di Stabilità. Assolutamente no! Le conquiste sociali a fatica raggiunte non vanno cancellate. Basterebbe obbligare le PP.AA a svolgere un’azione di controllo per scoprire i numerosi abusi, che hanno trasformato i diritti dei disabili in privilegi per coloro che, almeno formalmente, dovrebbero provvedere alla loro assistenza. In tal modo chi non ha nulla da nascondere non avrà nulla da temere e non avrà alcun danno, chi, viceversa, utilizza in modo scorretto la 104 si dovrebbe, almeno, vedere, immediatamente revocato il diritto ad usufruirne. C’è, comunque, chi, pur avendone diritto, non la usa affatto, per vero e proprio senso del dovere e di attaccamento al lavoro.

Vita Biundo

Dirigente Scolastico Istituto Superiore ”F. Ballatore” Mazara del Vallo


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