Lettera di una cittadina di Partanna che lamenta gli schiamazzi notturni dopo l’orario di chiusura della discoteca del Camarro

PARTANNA – Pubblichiamo la lettera di una cittadina di Partanna che lamenta soprattutto gli schiamazzi notturni dopo l’orario di chiusura della discoteca del Camarro,

“A Partanna via Benedetto Croce c’era una volta la tranquillità. La gente riposava serenamente, durante la notte, all’interno della propria abitazione. Ma come cita un detto siciliano: “bon tempu e malu tempu un dura tutt’un tempu”. E così da circa 4 anni tra botti delle 2 di notte, musica e balli ad oltranza, siamo finiti alle serate da discoteca. Eh sì, in un momento in cui le zone balneari limitrofe come Selinunte, Triscina e Tre Fontane diventano luoghi in cui alle 23.30 la gente già dorme beatamente, Partanna vanta urli di vocalist e musica da sballo fino “a quando fa male fin quando ce n’è”. Non esiste rimedio a questo irrispettoso malcostume, perché addirittura una ordinanza sembra aver deliberato il superamento del senso civico e del rispetto per il prossimo. Le parole “debbo lavorare” hanno avuto la meglio sul buon senso, come se il lavoro fosse solo quello per i nottambuli, mentre i mattinieri hanno il torto di voler riposare tra le mura della propria casa. Gli schiamazzi delle 4 hanno sostituito il canto del gallo, così come bicchieri e bottiglie del mattino insieme a scenari di ragazzi vomitanti sono gli omaggi di una notte da delirio che fa dimenticare la coscienza delle misere menti. Un’amara lettera di rammarico e constatazione di un esteso senso di inciviltà, di incuria per il prossimo e di tutti quelli che avendo acquistato, per loro sfortuna, una casa di fronte al Parco dei Pini sono costretti a subire in silenzio la musica assordante e la sporcizia conseguente lasciata da chi si è ubriacato.

Ma questa non è una condanna tout court di chi decide di divertirsi per una notte, è solo un vano inno al rispetto reciproco tra esseri umani. Martin Luther king diceva “la mia libertà finisce dove comincia la vostra”.

E la libertà di tutti sarebbe rispettata se si organizzassero queste serate lontano dai centri abitati.

Mi appello alle coscienze di questi illustri organizzatori che dovrebbero solo ricordarsi di chi la notte vorrebbe dormire e la mattina vorrebbe svegliarsi in un clima di ordinaria e utopistica normalità.

Cordialità Rosaria Maria Cangemi


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