L’I.C. “Lombardo Radice – Pappalardo” ha commemorato le vittime dei campi di concentramento nazisti nella Giornata della Memoria

CASTELVETRANO – Oggi alla luce degli eventi storici del passato, delle immagini trasmesse e riportate su giornali e riviste, dei fatti quotidiani che investono la sensibilità e gli occhi dei bambini e degli adolescenti che si aprono alla vita, appare doveroso RICORDARE per non DIMENTICARE quello che è accaduto tra il 1933 e il 1945. Per tale motivo l’ONU esorta ogni Stato ad onorare i 15 milioni di vittime dell’Olocausto e di tutti coloro che hanno messo a rischio la propria vita in difesa dei perseguitati.
L’ Istituto Comprensivo “Lombardo Radice-Pappalardo” ha partecipato al “Giorno della Memoria” dedicando parte delle attività didattiche alla riflessione del tema in questione: il genocidio operato dai nazisti ai danni di chiunque non appartenesse al modello ariano, per religione, etnia, stato di salute, genere. E’ fondamentale ricordare, nella giornata del 27 gennaio, che nel 1945 furono abbattuti ed aperti i cancelli di Auschwitz-Birkenau, evento che ha palesato al mondo l’agghiacciante orrore del genocida nazista e ha liberato dalla barbarie i pochi sopravvissuti, oggi testimoni dell’odio razziale, religioso ed etnico. Il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, è diventato così il luogo simbolo della discriminazione e delle sofferenze di chi è stato internato solo perché diverso: ebreo, zingaro, omosessuale, anziano, disabile o prigioniero politico.
Questa giornata non serve solo a commemorare le persone uccise brutalmente e senza pietà, ma anche a ricordare che quotidianamente si verificano piccole discriminazioni verso chi sembra diverso. Per questo gli alunni della Scuola secondaria dell’Istituto Comprensivo del plesso Pappalardo per commemorare i 6 milioni di ebrei (Shoah), vittime innocenti, trucidate da mani assassine e menti contorte non certo umane, sono stati coinvolti nella visione di cartoni animati, film, cortometraggi, documentari, nonché di testimonianze dei superstiti concordate con i docenti; gli alunni delle classi terze del plesso E.Medi hanno realizzato un libro digitale a scorrimento verticale; hanno letto e analizzato con riflessioni personali il romanzo di Bruno Piazza “Il coraggio della speranza”, mettendone in scena parti significative dello stesso, in un gioco di luci ed ombre. Successivamente, hanno trasferito pensieri, riflessioni e immagini nel “Muro del ricordo”: una parete grigia adiacente alle classi, che è diventata fisicamente testimonianza del lavoro svolto per non dimenticare, perché la memoria resti sempre viva in noi.
I bambini e le bambine delle classi seconde della Scuola primaria dei due plessi (Verga e Lombardo Radice) hanno letto e rappresentato la storia “Ogni merlo è un merlo”; le classi terze e quarte hanno parlato della vita di Anna Frank e del suo Diario, realizzando un lapbook ed altre attività grafiche inerenti all’argomento.
Infine tutti gli studenti, dalla classe 3^ della Scuola Primaria alla classe 3^ della Scuola Secondaria, sono stati coinvolti nella visione di un film presso il Cinema Marconi sulla vita di Anna Frank; dopo la visione gli studenti profondamente emozionati e nello stesso tempo increduli per la brutalità riservata specialmente nei confronti del “debole” (neonati, bambini/e, donne incinte, anziani, disabili) sono stati invitati ad esprimere le loro riflessioni in merito, facendo il confronto con la situazione attuale presente in alcuni Paesi del globo terrestre tormentati da guerre “gratuite” e disastrose, come quella in Ucraina, in Israele ed in Africa .
Ricordare la Shoah non solo rappresenta un monito per tutta l’umanità contro l’odio razziale etnico e religioso che ancora oggi, purtroppo, è presente nel mondo, ma soprattutto significa trasmettere agli alunni il valore del rispetto, della solidarietà, l’amore verso l’altro, diverso da noi per colore, tradizioni, lingua, pensiero e ideologie politiche e religiose, affinché la conoscenza e l’impegno civico siano il volano di un futuro migliore, in cui la diversità venga vista come una ricchezza e non come un limite.


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