Mi piace l’idea di iniziare il mio articolo con una riflessione, che apre la strada ad una verità apparentemente nascosta, sebbene in realtà sarà sempre ben chiara a chi è disposto a vederla. Come ho spesso ripetuto nei miei articoli precedenti in cui parlavo delle piante medicinali, la natura appare estremamente complessa a chi la guarda con molti dubbi, ed allo stesso tempo estremamente semplice a chi la osserva con semplicità…A tal riguardo le api ci mettono di fronte ad una semplice verità: la vita media di un’ape operaia è di circa 30-40 giorni, quella dell’ape regina invece è di quattro anni. Ci si aspetterebbe una differenza genetica tra i due insetti, ma da studi sul DNA si è scoperto che i profili genetici dei due tipi di ape sono esattamente identici. Anche morfologicamente non presentano alcuna differenza tra loro. Allora cosa giustifica quest’enorme differenza nel ciclo della vita? Si è visto che l’ape regina durante tutto il suo ciclo vitale si nutre esclusivamente di pappa reale, mentre l’ape operaia se ne giova solo per tre giorni della sua esistenza, dopodichè si nutre di polline e miele. La differenza dunque sta nell’alimentazione! Un organismo riesce a vivere circa 50 volte più di un altro suo simile soltanto perchè si nutre di un alimento rispetto ad un altro: questo esempio ci dice chiaramente quanto l’alimentazione sia fondamentale nella vita di ogni essere vivente. Non a caso l’Expo di Milano 2015 ha scelto come tema predominante l’alimentazione e la dieta mediterranea. Anche nel diabete è di fondamentale importanza l’alimentazione, e per quanto riguarda il diabete di tipo II (quello non-genetico), adesso si sa con certezza quanto primariamente incidano le abitudini alimentari (cattive) nella sua insorgenza. Ne è la causa una dieta troppo ricca di carboidrati e di zuccheri in generale, tanti da far “affaticare” il pancreas in una eccessiva produzione di insulina per abbassare i valori glicemici finché le cellule a questo deputate rallentano progressivamente il loro funzionamento, con la conseguenza inevitabile di una presenza sempre maggiore di zuccheri semplici circolanti nel sangue. Ma per quale altro motivo è così importante una giusta alimentazione? Si sa che il metabolismo dell’uomo non è altro che un susseguirsi di reazioni di ossidazione, il cui risultato oltre all’energia, è anche un insieme di materiali di scarto come anidride carbonica e radicali liberi, i veri responsabili dell’invecchiamento. Quindi continuando a consumare cibi ad alto valore energetico e calorico, ed allo stesso tempo muovendoci poco, non facciamo altro che produrre in primis molta più energia di quanto il nostro organismo ne possa utilizzare, produrre di conseguenza molte più sostanze di scarto potenzialmente dannose per le nostre cellule e parallelamente sollecitare continuamente la produzione di tutta quella serie di enzimi ed ormoni che controllano il metabolismo e che con il progredire dell’età il nostro organismo produce con più fatica. In definitiva sarebbe sufficiente alternare diversi tipi di nutrienti nell’alimentazione, cercando di trovare un certo tipo di equilibrio nell’apporto di carboidrati piuttosto che di proteine o fibre. A volte non immaginiamo quanto possa essere disequilibrato un alimento, ricco cioè di carboidrati e povero di proteine o fibre: una giusta informazione dei nutrienti per iniziare dunque non sarebbe male. Inoltre è importante anche capire che tutte le calorie prodotte dal cibo, se non smaltite attraverso un appropriato esercizio fisico, vanno ad accumularsi nel nostro organismo, difficilmente espulse se trasformate in sostanze di accumulo, portando a sofferenza tutta una serie di organi, come il fegato ed il cuore, la cui buona salute è di fondamentale importanza per il prosieguo della vita dell’organismo. Il diabete può associarsi anche ad altre malattie metaboliche, come ad esempio l’ipertensione arteriosa e le dislipidemie (elevate concentrazioni di grassi nel sangue), ma l’iperglicemia resta la prima conseguenza del diabete la quale può essere asintomatica o manifestarsi con sintomi aspecifici (sete persistente ed aumento del senso di fame associato a volte ad un calo ponderale). È molto importante diagnosticare e trattare il diabete nel migliore dei modi perché col tempo la malattia può provocare complicanze anche molto gravi soprattutto alla retina, al rene, ai nervi periferici, oltre che agli organi prima citati.
La dieta ideale per il diabete non è complessa o restrittiva, ma deve avere principalmente quattro finalità: il controllo glicemico, il mantenimento del peso corporeo entro un certo limite, la prevenzione dei fattori di rischio cardiovascolare, il mantenimento di uno stato di benessere non solo fisico ma anche psichico (quest’ultimo punto può essere più facilmente raggiunto con lo sport). Una attenzione particolare, dicono gli esperti, e come già da noi accennato, va riservata all’assunzione dei carboidrati, in un quantitativo non superiore ai 300 g/giorno, che dovrebbero preferibilmente provenire da alimenti ricchi in carboidrati complessi e fibra alimentare, quali legumi, vegetali, cereali integrali e frutta: è questo il modo migliore per non “stressare” le cellule pancreatiche a repentine ed improvvise secrezioni del preziosissimo ormone insulina. Conoscendone molti li comprendo molto bene, so quanto il primo desiderio di un diabetico possa essere lo zucchero ed i carboidrati: chi tra loro non è ghiottissimo di pane e pasta? Penso che oltre alle cattive abitudini alimentari di una vita questo fenomeno sia anche dovuto alle imposizioni, alle restrizioni dei medici, delle mogli o dei mariti: chi non può, più desidera, ed è l’aspetto che psicologicamente deve essere per primo corretto: nulla gli è vietato, ma è fondamentale riuscire ad equilibrare tutti i nutrienti che ingerisce, cercando di non privilegiarne nessuno rispetto ad altri. La qualità e la durata della vita di sicuro, alla lunga, gli daranno ragione.
Fabrizio Barone