Mia madre di Nanni Moretti, con Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Beatrice Mancini, Enrico Ianniello; Italia, 2015; colore, durata 106’; drammatico.
Fra le eccellenze italiane in gara quest’anno al Festival di Cannes spicca anche “Mia madre”, l’ultima fatica cinematografica di Nanni Moretti. La protagonista del film è Margherita (Margherita Buy), una regista in piena crisi esistenziale che, in seguito ad una grave malattia della madre, si trova costretta a fare i conti con la propria vita. A partire dal legame con l’anziana donna, per Margherita si spalanca un tortuoso percorso di riflessione interiore, un’analisi molto intima circa la natura dei rapporti umani da lei istaurati nel corso degli anni, in primis quello con se stessa. Il tutto nel momento in cui il suo ruolo di regista richiede una fredda e lucida capacità d’interpretazione della realtà, attraverso un cinema impegnato a dare senso e speranza alla collettività. Ma se non è in grado di gestire la propria di realtà come può, si chiede Margherita, rappresentare e intervenire su quella di un’intera società? Un film di una sensibilità devastante, dove viene messa a nudo l’anima degli esseri umani intenti a lottare con i problemi quotidiani del nostro tempo. Nonostate tutto, e nonostante gli oltre dieci minuti di commossi applausi alla fine della proiezione a Cannes, Nanni Moretti si aggiudica solamente il Premio Ecumenico, conferito da associazioni di critici protestanti e cattolici, con la seguente motivazione: «per la maestria e l’elegante indagine, impregnata di umorismo, sui temi dolorosi a cui la vita ci mette di fronte».
Elenia Teri