PALERMO – Il 30 novembre scorso si è tenuta un’ulteriore assemblea indetta dall’ANCI Sicilia – nel corso della quale è stato deciso di inviare un documento al Governo nazionale, ai presidenti della Commissione Finanze e della Commissione Bilancio al Senato e ai 9 prefetti dell’Isola – in cui si fa il punto sul grave stato di crisi strutturale degli enti locali della Regione siciliana indicando gli strumenti normativi necessari per affrontare le criticità.
L’Associazione dei Comuni siciliani riconosce che la norma del collegato fiscale, che prevede di destinare 150 milioni ai Comuni dell’Isola, è un riconoscimento della crisi strutturale delle autonomie locali della Sicilia, ma ribadisce l’insufficienza della misura sottolineando che occorre un intervento normativo destinato a una platea più ampia di enti che non sia limitato al solo 2021 e incida sulle criticità della riscossione dei tributi locali e sugli accantonamenti del Fondo crediti dubbia esigibilità (FCDE). All’assemblea ha preso parte anche il sindaco di Partanna, Nicolò Catania.
Nel documento prodotto si legge che affinché la norma approvata possa essere utile ai fini dell’approvazione dei bilanci (per i Comuni che ancora non hanno approvato lo strumento finanziario) è indispensabile prevedere un’ulteriore norma in sede di esame del “Disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato” al fine di destinare le necessarie risorse finanziarie anche per il 2022 e per il 2023.
Nel testo, infine, viene ribadita la richiesta di un confronto permanente attraverso la costituzione di un tavolo tra Stato, Regione siciliana ed enti locali dell’Isola.
La mobilitazione viene portata avanti da ANCI Sicilia sin dal 25 maggio 2021.
Al riguardo il sindaco di Partanna ha dichiarato: “L’emendamento previsto nell’ambito del collegato fiscale alla legge di bilancio rischia di essere insufficiente e inadeguato rispetto alla rilevanza delle criticità rappresentate. Bisogna ricomprendere anche i molti Comuni che pur avendo approvato bilancio di previsione e non avendo disavanzo, sono stati costretti a ridurre drasticamente i servizi erogati alle proprie comunità per potere approvare i documenti contabili. C’è la necessità – continua – che i parlamentari regionali e nazionali tutti, siciliani, acquisiscano consapevolezza e capiscano che è il momento di intervenire in maniera strutturale sul funzionamento del sistema contabile degli enti locali altrimenti la crescita esponenziale degli accantonamenti nel Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità porterà nel breve tempo al totale fallimento di tutti i Comuni siciliani. La preoccupazione dunque viene estesa anche al blocco delle assunzioni presso i Comuni che oltre a incidere sulla qualità dei servizi inciderà inevitabilmente sulla programmazione e sulla progettualità per utilizzare al meglio le tante risorse previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)’.