Nuova lettera a Kleos dell’avv. Vito Passalacqua che si dichiara “basito”di quanto affermato dal sindaco di Partanna

PARTANNA – L’avv. Vito Passalacqua, autore della lettera aperta al sindaco di Partanna, Francesco Li Vigni, che abbiamo pubblicato il 29 maggio scorso e che tanto è stata letta e commentata, ha inviato alla redazione di Kleos una nuova lettera in cui ha ulteriormente precisato le sue opinioni, manifestando altresì la sua insoddisfazione per quanto scritto dal sindaco di Partanna Francesco Li Vigni nella sua bacheca facebook il 3 giugno scorso alle ore 19,03. Kleos nel riprodurre qui di seguito la nuova lettera dell’avv. Passalacqua fa presente ai lettori che non intende più pubblicare altro sulle posizioni dell’avvocato e del sindaco che sono state già ampiamente chiarite.

Replica di un elettore “pentito” e … “basito”

Carissimo sindaco,
pochi giorni or sono era stata pubblicata una mia lettera aperta nella quale esponevo alcune mie valutazioni politiche sulla vera collocazione ideologica della Sua amministrazione.
A distanza di appena cinque giorni, numerosi amici mi segnalano la pubblicazione di un post sul Suo profilo Facebook che appare riferirsi a quella lettera aperta e alla mia persona.
Questa Sua risposta mi lascia letteralmente basito e permette a tutti di valutare la Sua eleganza, il Suo stile e la Sua cifra politica.
Evidentemente, stante l’incapacità di replicare con valide argomentazioni alla mie valutazioni di natura politica (la collocazione di questa amministrazione nell’area ideologica del PD e della sinistra italiana), Lei ha preferito attaccarmi personalmente e violentemente.
In un sol colpo, in modo tutt’altro che signorile, Lei:

  1. ha rivelato l’esistenza di una conversazione telefonica privata che io non ho richiesto e voluto (un amico comune con cui parlavo al telefono, Le ha passato il cellulare permettendoLe di interloquire con la mia persona);
  2. ha falsificato il contenuto di quella conversazione, diffamandomi, con l’asserire che io mi sarei definito un “cattolico radicale” (io avevo soltanto affermato che alcuni componenti della sua maggioranza hanno, legittimamente, idee molto ben definite di sinistra, così come io e tante altre persone sosteniamo, altrettanto legittimamente, valori cattolici altrettanto ben definiti) e che io avrei manifestato “sdegno” nei confronti del prossimo (invero, in quella conversazione non ho mai espresso giudizi nei confronti di alcuno, ma soltanto preoccupazione per l’orientamento ideologico dell’amministrazione comunale). Per fortuna, un’applicazione del mio smartphone mi ha consentito di salvare e registrare quella conversazione telefonica che potrò utilizzare ad ogni buon fine;
  3. ha espresso rozzi giudizi offensivi, aggressivi e sprezzanti nei confronti della mia persona (peraltro, senza conoscermi).
    Questa sgarbata risposta si pone, d’altronde, nel solco di alcuni miseri commenti pubblicati su Facebook dai Suoi gregari.
    La Vostra incapacità di dare una risposta politica, Vi ha inevitabilmente costretti a buttare tutto in caciara, sviando l’attenzione dai problemi sollevati da quella lettera aperta, travisandone ad arte il contenuto e accusandomi di essere un odiatore seriale di animali e di omosessuali.
    Le persone intelligenti non sono cascate nel tranello, altre, in preda a reazioni istintive, o incapaci di leggere e comprendere un testo, si sono lasciate trascinare in questa campagna mistificatoria.
    Chi cerca e ama la verità può rileggere la mia lettera e verificare che non contiene né attacchi personali, né una demonizzazione di legittime ideologie politiche (quelle del PD) che, altrettanto legittimamente, voglio essere libero di non condividere e di avversare pubblicamente.
    Questa, caro sindaco, si chiama democrazia.
    La Sua risposta, tuttavia, è provvidenziale: mi permette, infatti, di chiarire il contenuto della mia lettera aperta e di smascherare la mistificazione dietro alla quale Vi trincerate.
    Io non ho detto che odio gli animali, ma certamente odio vivere in un comune i cui cittadini hanno paura di fare una passeggiata per il timore di essere aggrediti da branchi di cani randagi, incontrollati e violenti. Del pari non ho detto di odiare gli animalisti, ma non tollero gli incivili che insozzano le nostre vie senza preoccuparsi di ripulirle, alimentando, di fatto, il randagismo.
    Io non ho detto che odio gli omosessuali, non ho condannato o giudicato le persone, non ho contestato la manifestazione di inaugurazione della panchina arcobaleno (bensì le modalità con cui essa si è svolta). Tuttavia non amo l’esibizionismo esasperato (etero o omosessuale) e questo isterico sbattere in faccia agli altri la propria vita privata e le proprie abitudini sessuali. Per questo sono molto preoccupato di una amministrazione che – forse per colmare il vuoto della propria attività amministrativa – si attribuisce una nuova funzione istituzionale: la propaganda gender, sbandierando trionfalmente una semplice unione civile contratta tra due omosessuali e celebrando la giornata contro l’omofobia in mezzo a bandiere e cartelloni inneggianti, non tanto al rispetto delle persone, ma alle idee del movimento LGBT e del gender. Ritengo che queste scelte propagandistiche, tendenti a imporre una “moda”, soprattutto alle giovani generazioni, siano riconducibili ad una posizione politica, quella del PD, che io, legittimamente e liberamente, non condivido.
    La pregherei, pertanto, di non preoccuparsi tanto del sottoscritto, che, a prescindere dai suoi rabbiosi e avventati giudizi, ha l’unica colpa (ai Suoi occhi) di aver parlato pubblicamente di un posizionamento ideologico della sua amministrazione che, ormai, è sotto gli occhi di tutti.
    Si occupi, invece, dei veri problemi della città: della dignità calpestata dei lavoratori comunali; del randagismo fuori controllo; delle carenze degli uffici comunali, addirittura privi di linee telefoniche da ben 5 mesi; della mancata manutenzione delle strade cittadine e rurali; dell’illuminazione pubblica; dell’approvvigionamento idrico delle nostre case; della gravissima denatalità, in aumento sotto questa amministrazione con appena 15 nascite quest’anno alla data del 31 maggio (sveglia insegnanti: tra sei anni a Partanna si formeranno solo 2 prime elementari al posto delle 5 attuali) e di quei bambini poveri costretti ad uscire da scuola, come reietti, per mangiare un panino su un gradino nei pressi della scuola media a causa dell’impossibilità di far fronte agli aumenti del ticket mensa imposti dalla Sua amministrazione.
    Mi consenta, infine, due semplici appunti alla lezione di catechismo e di etica che Lei ha voluto generosamente impartirmi.
    Quanto alla parola “amore”, mi permetto di ricordarLe come, purtroppo, essa sia tra le parole più abusate, travisate e violentate; da sempre usata per nobilitare e ammantare di buonismo qualunque desiderio, passione, o capriccio (Cicciolina e il Partito dell’Amore docent).
    Quanto alla posizione della Chiesa Cattolica, mi permetto di suggerire a Lei, al fine “teologo” che l’ha consigliata e ad alcuni isterici commentatori di Facebook, la lettura integrale ed autentica del pensiero di papa Francesco, quando afferma che “Oggi, l’ideologia gender è il pericolo più brutto” (Convegno “Uomo–Donna, immagine di Dio – Per un’antropologia delle vocazioni”, 1° marzo 2024) (1), o quando dice – ripetutamente e chiaramente – che “Si può benedire ogni persona, ma non l’unione omosessuale. Quello che ho permesso non è stato di benedire l’unione. Questo va contro la legge della Chiesa” (intervista concessa a Norah O’Donnell, direttrice di Cbs Evening News del 24 aprile 2024) (2).
    (1) https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2024-03/papa-francesco-ideologia-gender-convegno-uomo-donna-antropologia.html
    (2) https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2024-05/papa-intervista-cbs-benedizioni-gay-guerra-abusi.html#:~:text=%E2%80%9CLa%20benedizione%20%C3%A8%20per%20tutti,%E2%80%9Cla%20legge%20della%20Chiesa%E2%80%9D.
    Con l’augurio che Lei possa avere più fortuna come sindaco, piuttosto che come predicatore (infervorato, quanto improvvisato e sgarbato), La saluto distintamente.
    Vito Passalacqua

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