PALERMO – Il 23 maggio di 30 anni fa alle ore 17,58 avveniva il più grave attentato di mafia della storia siciliana: persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Dai media nazionali e locali ampia eco è stata e sarà data nel corso della giornata alle diverse manifestazioni palermitane.
“Bisogna investire sulla scuola per promuovere la cultura della legalità nei giovani. Sono loro il terreno fertile in cui piantare gli alberi della speranza, per una società libera dalle mafie”. Lo dice il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza.
“Ci sono quartieri nelle nostre città – aggiunge – in cui la scuola rappresenta uno dei pochi spazi, se non l’unico, di crescita civile e di emancipazione dalla cultura mafiosa. In questi quartieri difficili il personale scolastico fa un grande lavoro, nonostante sia costretto spesso ad operare in strutture inadeguate e in mancanza di strumenti e risorse”.
“Chiediamo al governo e ai partiti tutti – continua Rizza – di mettere la scuola al centro dell’agenda politica. Questo è il modo migliore e più giusto per commemorare il sacrificio di Giovanni Falcone e di tutti coloro che hanno perso la vita nella lotta alla criminalità organizzata”.
Nella foto Rai Uno di stamattina.