SEGESTA – E’ un vero progetto di comunità quello che Silvia Scaringella ha fatto crescere al Parco archeologico di Segesta per i primi due step della mostra Texere. Come fili nell’insieme, progetto curato dal direttore del Parco, Luigi Biondo. L’intera cittadina di Calatafimi Segesta si è unita nei mesi scorsi all’artista – romana di nascita, siciliana d’adozione – nella realizzazione della mostra: è nata una composizione collettiva anche grazie ai laboratori per la lavorazione di argille e tessuti condotti con la Pro loco e il Centro del Riuso di Calatafimi. Due le installazioni nate domenica scorsa, e inaugurate con una performance di danza: nell’antiquarium del Parco archeologico, “Pondus”, sorta di telaio verticale con 2500 piccoli pesi di terracotta, un’onda che trascina verso un unico obiettivo, il lavoro insieme; e Idrissa – dal nome del profeta islamico – sei stele di marmo lavorate a piombo che riproducono i licci di un enorme telaio, tesi tra le rovine della chiesa medievale e il sito della moschea, vicino al Teatro Antico.
Il progetto di Silvia Scaringella sarà completato il 24 luglio – a un anno esatto dal devastante incendio che distrusse gran parte della macchia mediterranea di Segesta, risparmiando miracolosamente i monumenti –: il Tempio Dorico si trasformerà virtualmente in un telaio dove cucire tremila tessere, ricavate da abiti che hanno già avuto una vita e ne cercano un’altra.
“Texere”, curata dal direttore del Parco, Luigi Biondo e dalle archeologhe Hedvig Evegren e Monica de Cesare per la sezione all’Antiquarium, è organizzata per il Parco da MondoMostre e vede la collaborazione del Museo Riso di Palermo per un percorso in stretto dialogo con i monumenti del Parco, luogo antico e contemporaneo di convivenza di culture e civiltà.