Partanna è nel Paradiso…facciamone tesoro!

di Antonino Bencivinni   Prosegue il successo della Serie TV  “Il Paradiso delle Signore” in onda su Rai 1 alle 15:55 da lunedì a venerdì. La fiction, giunta alla 6^ stagione, è seguita ogni giorno da più di due milioni di telespettatori. La sesta stagione, che è andata in onda a partire dal 12 ottobre 2021, racconta vicende ambientate nel 1962. L’ideatore e produttore della fiction è Giannandrea Pecorelli. La serie è partita con il 10/12% di share per arrivare ad oggi ad un indice di gradimento che supera il 15%. “Siamo molto soddisfatti e potenzialmente possiamo crescere ancora”, ha dichiarato il regista.

Stando ai numeri “Il Paradiso delle Signore” sarebbe anche il contenuto più visualizzato su Rai Play. “Ma vanno molto bene anche le repliche su Rai Premium e su Rai Italia siamo il prodotto più visto”, ha evidenziato ancora Giannandrea Pecorelli. 

Noi di Kleos ci stiamo occupando nella copertina di questa soap di successo – ambientata in un grande magazzino della Milano degli anni Sessanta – perché un buon numero di personaggi, nella fiction, provengono dalla Sicilia e in particolare da Partanna, paese che col suo nome circola appunto continuamente nella soap. I cinque personaggi evidenziati in copertina sono proprio gli “emigrati partannesi” che attualmente sono protagonisti nelle scene di ogni giorno della soap trasmessa con episodi nuovi da lunedì a venerdì e poi in una serie di ripetizioni varie. Dato il successo della fiction destinato a continuare, riteniamo eufemisticamente poco lungimirante da parte dell’amministrazione comunale di Partanna rimanere indifferente e non invitare, per esempio, a qualche manifestazione cittadina gli attori “partannesi” della fiction, anche con la donazione (e la promozione) di prodotti tipici locali e con il coinvolgimento delle luci mediatiche della Tv di Stato (e non) regionale e, magari, nazionale. Partanna ha bisogno pure di questo e un’ottima occasione è arrivata gratuitamente ed inaspettatamente dalla Rai. Utilizziamo, dunque, questo vantaggio per lanciare il nome della città e i suoi prodotti culturali (come la Chiesa Madre, il Castello medioevale, i fossati dell’Età neolitica) ed enogastronomici che sono tanti, dall’oliva nocellara e dall’olio, alla vite e al vino, alla “vastedda”, alla cipolla partannese e al miele, ecc. (con una raccomandazione, però: evitando, per carità, di parlare, da provinciali, di Bélice e Belìce, distinzione che vale la pena lasciare ad alcuni intellettuali e politici dei paesi viciniori per i quali forse è stato ed è più importante far conoscere fuori dal territorio questa distinzione, sfruttando molte volte così malamente i preziosi spazi mediatici ottenuti nel passato, piuttosto che concentrarsi con determinazione e a testa bassa sul lancio dei prodotti culturali ed enogastronomici del territorio).


Pubblicato

in

, ,

da