Differenziare o non differenziare? E’ questo il dubbio amletico che attanaglia la mente di alquanti cittadini! E se “differenziare”, perché? E’ evidente che l’obiettivo primario della differenziazione sia quello di salvaguardare l’ambiente e, quindi, la salute pubblica. Che non è poco. Se poi, dalla vendita del vetro, della carta, dell’alluminio, si riesce anche a raggranellare qualche “euretto” tanto di guadagnato. In teoria, infatti, il riciclaggio di tali prodotti dovrebbe far tornare nelle casse del Comune una somma tale da far diminuire la spesa posta in capo al contribuente. Purtroppo, però, non sembra che la famigerata aliquota TIA abbia voglia di abbassarsi. Come mai? Forse è perché secondo un principio che regola l’economia (irreale!), ad un maggior incremento delle casse comunali corrisponde un incremento dei “rivoli” di spesa; o forse perché non tutti i cittadini si dimostrano sensibili alle sollecitazioni in materia di differenziazione. E la questione torna al dubbio amletico. Infatti, chiarito (?) perché differenziare, vien da chiedersi: se “differenziare”, come? Prendiamo, ad esempio, il problema dello smaltimento delle pile elettriche e dei medicinali. Si fa, a ragione, un gran parlare del potere altamente inquinante di tali prodotti. E ci chiediamo, quindi, perché davanti alle farmacie e ai negozi di ferramenta i contenitori adibiti a tale raccolta rimangano perennemente traboccanti. Io non so quale sia l’ente preposto alla rimozione di tali prodotti; so, però, perfettamente chi è il responsabile della salute pubblica cittadina. Direttamente o indirettamente, è il sindaco che deve farsi carico di mettere il cittadino nelle condizioni di adempiere al suo dovere civico di smaltire i prodotti pericolosi. Nel perdurare di una tale critica situazione, infatti, quale soluzione si prospetta all’utente? Non ci sono che due vie: riporre medicinali e pile elettriche nel contenitore destinato ad RSU o disfarsene autonomamente buttandoli lungo i margini delle strade di campagna. Nell’un caso o nell’altro, prodotti altamente pericolosi finiscono con l’inquinare l’ambiente e attentare alla salute pubblica.