di Antonino Bencivinni Il sindaco di Partanna, Nicolò Catania, ha emesso nei giorni scorsi un comunicato in cui ha reso noto che non si candiderà alle elezioni del 5 novembre per il Parlamento siciliano. Nel suo comunicato stampa, Catania ha ribadito che i giorni antecedenti alla presentazione delle candidature sono stati “importanti e di attenta riflessione. Sono stato – ha scritto – invitato, incoraggiato, incentivato, da diverse parti e dai vertici di più partiti e di quasi tutti gli schieramenti, nel fare una valutazione sulla opportunità di una mia candidatura al Parlamento Regionale ove portare il mio contributo e la mia lunga esperienza amministrativa, acquisita sul campo, per dar voce al territorio, oltre che per una crescita personale e politica”. Coordinatore dei sindaci della Valle del Belice, ex componente del consiglio di amministrazione del Gal Valle del Belice, amministratore comunale da decenni e sindaco oggi senza reali competitor per le elezioni comunali di Partanna dell’anno prossimo, ottimo conoscitore della macchina amministrativa ed amico di numerosi parlamentari, Catania non sarebbe stato certamente l’ultimo dei candidati nella lista in cui si sarebbe potuto presentare (verosimilmente Alternativa popolare, ma chi avrebbe potuto escludere Forza Italia?). L’impresa, comunque, data la potenza elettorale dei candidati in lista, non sarebbe stata nient’affatto facile con l’aggravante che una possibile mancata elezione avrebbe potuto avere contraccolpi per le prossime elezioni comunali. Ragion per cui ha deciso di ringraziare i suoi sponsor ribadendo nel suo comunicato “che non è stata una scelta facile e che mi ha messo in seria difficoltà; infatti, nonostante delle ottime opportunità si profilassero per rappresentare direttamente le istanze e le esigenze del nostro territorio nel parlamento siciliano, a seguito di una attenta valutazione condivisa, in famiglia, con le persone con cui mi confronto quotidianamente e con cui condivido uno speciale percorso di vita, con la giunta e con i consiglieri comunali, ritengo che, in questo momento storico, le ambizioni personali vengano dopo rispetto alle tante esigenze del governo della città, che, a prescindere dal ruolo ricoperto, grazie alla incisività e alla fattiva operatività, siamo stati in grado di rappresentare a tutti i livelli. Ritengo che non è corretto lasciare in sospeso le cose per cui si è lavorato tanto, con impegno quotidiano e con totale dedizione, che è un dovere portare a compimento il programma elettorale a chiusura di un percorso per il quale a suo tempo si è chiesta la fiducia ai Cittadini. Abbiamo ancora tanto da fare, tanti progetti da realizzare, nuovi traguardi da raggiungere e poco tempo a nostra disposizione…..per la nostra amata Città”. Come dire: meglio l’uovo pressoché certo domani che la gallina incerta oggi. Non si può non riconoscere la ponderatezza della scelta del sindaco che ha già cumulato vantaggi amministrativi con l’aiuto dei suoi assessori lontani dai partiti, ma molto fattivi: Il G55, la struttura comunale che ospita Coworking e FabLab, animata dal vicesindaco Antonino Zinnanti (di cui si parla in altri articoli in questo numero), il progetto Jessica che ha assicurato a Partanna un finanziamento milionario per la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione pubblico, e non parliamo delle recenti feste estive per il cui successo il binomio Bulgarello-Catania è stato ampiamente testato o della capacità dimostrata per la settimana della cultura dalla giovane assessora alla Pubblica Istruzione. Confidiamo (a maggior ragione a meno di un anno dalle elezioni comunali) in una migliorata amministrazione futura che riduca ai cittadini tasse comunali, assicurando loro al tempo stesso migliorati servizi. A questo punto – riteniamo essere stato questo il ragionamento di Catania – perché rischiare di mandare all’aria tutto ciò, con una possibile mancata elezione a deputato regionale? Meglio prepararsi per le comunali con un occhio alle elezioni provinciali che si dovrebbero tenere l’anno prossimo!