Perchè non intitolare l’Istituto Commerciale di Partanna a Vito Cusumano?

PARVA FAVILLA – Forse “babbi” no, i partannesi; ma indolenti, privi di autostima, esterofili certamente sì. Prendiamo il caso della intitolazione delle scuole. Non esiste comune nel Circondario in cui le scuole non siano intestate a personaggi locali. A Partanna, no. Come se Partanna difettasse di “materiale umano” degno di essere ricordato. Tralasciamo l’intitolazione del Magistrale: di fronte a un Dante Alighieri “ogne lingua devèn tremando muta”. Ma perché Verga, Capuana, De Amicis, Collodi, Amedeo di Savoia Aosta, Rita Levi di Montalcini? Tutta gente che merita il massimo rispetto, per carità! Ma “forestieri”! Se c’è un’occasione per onorare un personaggio, perché non privilegiare un partannese? E l’occasione oggi si chiama Istituto Tecnico Commerciale. Nato come sezione staccata del Commerciale di Alcamo e, quindi, intitolato ad un tale G. Caruso (alcamese!) e successivamente di quello di Castelvetrano, e quindi reintitolato ad un altrettanto “tale” G.B. Ferrigno (castelvetranese!), oggi il nostro “Commerciale” è ridotto allo stato di “anonimo”. Quale migliore occasione, allora, per onorare un nostro concittadino, Vito Cusumano, affermatosi a livello internazionale proprio nel campo dell’ economia? Nato a Partanna il 24 Novembre 1843, il Cusumano, dopo essersi laureato in giurisprudenza nell’Università di Palermo, approfondisce gli studi di economia politica dapprima a Pavia, allievo del celebre Cossa, e successivamente a Berlino, sotto Engel e Wagner. Poi il gran volo! All’interno di una concezione liberista, rivendica a tale scienza il carattere di scienza morale, dando vita in tal modo al cosiddetto “socialismo della cattedra” che tenta una mediazione tra il liberalismo ortodosso ed il nuovo socialismo scientifico. Scienziato di primordine, produce 47 opere, alcune delle quali tradotte all’estero. Una (“La teoria del commercio dei grani in Italia”) viene addirittura premiata dal Ministero dell’Agricoltura e Commercio. Nel 1893 ottiene la cattedra di Scienze delle Finanze nell’Università di Palermo, che era stata tenuta dal suo maestro Giovanni Bruno, liberista intransigente. Sotto la sua ispirazione nasce a Partanna la prima Banca. Muore a Palermo il 23 Marzo 1908.


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