Pesante interrogazione consiliare, su un bene confiscato alla mafia, presentata dal consigliere comunale Raffaele Beninanti

Raffaele Beninati

PARTANNA – Non sono di poco conto i numerosi interrogativi del consigliere comunale Raffaele Beninati che li ha rivolti tutti al sindaco di Partanna in un’interrogazione consiliare.

Gli interrogativi riguardano lo stato del terreno confiscato alla criminalità organizzata in contrada Seggio Staglio e assegnato al Comune di Partanna con decreto del prefetto di Trapani del 14.01.2010.

Assieme a tale fondo – valutato 614mila euro, con caseggiato rurale di 300 mq. ubicato in contrada Seggio Staglio, esteso ventidue ettari circa ed impiantato ad uliveto specializzato Nocellara del Belice (per 21 ettari) e vigneto spalliera (per 1,5 ettari) – venivano trasferiti  i relativi titoli PAC per un valore complessivo di euro novemila circa.

“Premesso – si legge nell’interrogazione di Beninati – che in data 22 maggio 2012 veniva firmato un protocollo d’Intesa tra il Comune di Partanna ed altri enti pubblici e associazioni private, tra i quali il Consorzio trapanese per la legalità e lo sviluppo e l’associazione  “Libera”, finalizzato alla costituzione di una cooperativa che avrebbe dovuto prendere in gestione il bene e riutilizzarlo per finalità sociali”; considerato –  continua ancora il consigliere – che a quasi quattro anni di distanza dalla consegna al Comune di Partanna, detti terreni versano in un visibile stato di abbandono e di notevole degrado”, da qui la serie di interrogativi pesanti enunciati da Beninati:

•  Chi si è preso cura dal 14.1.2010 della gestione, della coltivazione e del controllo dei suddetti terreni;

•  Quanti operai e quanti mezzi sono stati impiegati nella coltivazione, trattamento, raccolta e trasporto dei prodotti;

•   Se gli operai sono stati regolarmente assunti tramite ufficio di collocamento e sono stati versati loro i relativi contributi previdenziali;

•  La quantità d’uva raccolta e di olive e/o olio ricavati;

•  Se l’uva raccolta è stata conferita presso qualche enopolio cooperativo o è stata venduta sul libero mercato;

•  Se le olive prodotte sono state trasformate in olio, presso quale frantoio e quant’olio è stato ricavato;

•  Se è stata in questi anni presentata la domanda Unica per l’ottenimento dei contributi relativi alla PAC;

•  Se il Consorzio trapanese per la legalità e lo sviluppo e l’Associazione “Libera” hanno  espletato le procedure per la costituzione della Cooperativa Sociale che si dovrebbe occupare della gestione e della coltivazione di detti beni;

•  Se l’Associazione “Libera” ha già effettuato lo studio tecnico-agronomico sui terreni che dovrà ricevere in comodato d’uso.

•  Quali provvedimenti intende adottare l’Amministrazione comunale affinché detti beni siano correttamente gestiti e condotti a vantaggio della comunità e dell’economia del territorio.

I rappresentanti castelvetranesi di Libera, contattati, hanno ribadito che la questione non è di loro competenza e che per informazioni su questa, bisogna rivolgersi agli organi di Libera nazionale. (Le foto del fondo sono stati allegati all’interrogazione da Beninati)


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