Pillola dei 5 giorni dopo, cosa è importante sapere

Questo mese affronteremo un tema molto delicato, soprattutto tra gli adolescenti, che riguarda la contraccezione ma non solo; faremo riferimento ad alcuni aspetti tecnici sull’assunzione di farmaci che evitano gravidanze indesiderate, da non confondersi con metodi contraccettivi che a differenza dei primi devono essere usati abitualmente se non si vuole incorrere in gravidanze indesiderate. Più in particolare parleremo di una recente novità farmaceutica, la cosiddetta “pillola dei 5 giorni dopo”, che amplia le possibilità di una donna col sospetto di essere rimasta incinta, soprattutto offrendo più tempo per agire rispetto a quello disponibile precedentemente, ossia una contraccezione di emergenza dal giorno successivo fino a 72 ore dal rapporto. Un rapporto sessuale che avviene durante il periodo fertile della donna ha fino ad una probabilità su 4 di portare allo sviluppo di una gravidanza, ma il problema più grosso è che senza mezzi idonei è praticamente impossibile stabilire con certezza i giorni fertili nel ciclo in corso, quindi pressoché in qualsiasi momento del ciclo un rapporto sessuale senza efficaci misure contraccettive è legato al rischio di una gravidanza indesiderata. Il farmaco in questione, l’ulipristal commercializzato col nome di EllaOne, ha la capacità di impedire l’instaurarsi di una gravidanza se assunto fino a 5 giorni dopo il rapporto a rischio (120 ore dopo). Il meccanismo d’azione principale sembra essere l’inibizione od il ritardo dell’ovulazione. Sono principalmente due le differenze fra EllaOne e la pillola del giorno dopo (Norlevo): la prima differenza è di carattere farmacologico ed è la diversa efficacia contraccettiva, sopratutto oltre le prime 12-24 ore. Se con la pillola del giorno dopo si ha una buona certezza dell’efficacia soprattutto nelle prime 12 ore e comunque non oltre le 72 ore (quando però l’efficacia è scesa a poco più del 50%), con EllaOne si ha una ragionevole tranquillità per 120 ore dal rapporto a rischio. Da un punto di vista pratico Norlevo richiede la ricetta medica da utilizzare una sola volta, a differenza di EllaOne per il quale era richiesta soltanto l’esecuzione del test di gravidanza, obbligo tra l’altro caduto in questi giorni per ordine dell’AIFA. L’obbligo di presentare la ricetta resta solo per le minorenni. Come spiega il direttore dell’Aifa Luca Pani, “per tutelare le più giovani e visto che in Italia esiste la possibilità di prescrivere la pillola in ogni momento in ospedali e consultori, è stato deciso di lasciare questo limite. Si tratta di una decisione ancora più moderna di quella dell’Ema”. Recenti dati mostrano un preoccupante abuso della pillola dei 5 giorni dopo tra le teenager che spesso usano questo farmaco come contraccettivo e non come un farmaco da usare solo nei momenti di emergenza. E se da un lato l’assunzione della pillola una tantum non comporta particolari problemi, dall’altro poco si sa dei rischi connessi ad un uso “ripetuto ed incontrollato”. Da sottolineare che il nostro Paese era l’unico in Europa che richiedeva sia la prescrizione medica, sia l’effettuazione di un test di gravidanza. Il Comitato di esperti europeo, dopo un lungo e approfondito percorso durato anni, ha stabilito che il farmaco è sicuro e affidabile e può essere tranquillamente gestito dalla professionalità del farmacista, come del resto già avviene per molti altri medicinali. L’esperienza negli altri Paesi europei, dove la contraccezione d’emergenza è già un presidio controllato dal farmacista, dimostra che un accesso facilitato non porta ad un suo uso incontrollato. Del resto “la contraccezione d’emergenza è l’ultimo baluardo per scongiurare il rischio di dover ricorrere a un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) che, oltre a essere un’esperienza dolorosa per la donna, risulta un fallimento delle politiche di prevenzione e pianificazione della salute sessuale e riproduttiva”, afferma Francesca Merzagora, Presidente dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna. Un altro esimio parere ci è dato da Rossella Nappi, professore associato di Clinica Ostetrica e Ginecologica, secondo la quale “Occorre rimuovere gli ostacoli che rallentano inutilmente la contraccezione d’emergenza poiché più è rapido l’accesso al farmaco, maggiore sarà la sua efficacia”. I dati in letteratura ci riferiscono che anche nei Paesi occidentali, nonostante il diffuso ricorso a contraccettivi efficaci e ben tollerati, più di un terzo delle gravidanze risulta indesiderato e, purtroppo, circa la metà dei casi si concludono con il ricorso all’aborto. Poter offrire alla donna un’ultima possibilità per ridurre, non certo azzerare, questo rischio è pertanto essenziale. Cosi come risulta fondamentale attuare politiche pubbliche a favore di un’educazione alla contraccezione. Fabrizio Barone


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