PARTANNA – il problema del randagismo, secondo il mio, ed altri ben più autorevoli pareri, non si potrà risolvere nel breve – medio termine. Dovremmo pertanto abituarci a convivere con i cani randagi sotto casa, davanti al supermercato, all’uscita da scuola o nel posteggio dell’Ospedale.
Questo è quanto hanno voluto coloro che ‘’amano‘’ gli animali. Quelli invece che come il sottoscritto non li ‘’amano‘’ (BUGIA), sostengono invece un’altra tesi: i cani sono come i figli – non si fanno nascere per poi buttarli in mezzo alla strada, dando agli altri l’onere della gestione e/o della sopportazione. Perché se è vero che tutti, uomini e cani, nasciamo buoni, è spesso la dura legge della sopravvivenza che poi ci fa diventare cattivi. Ed allora, come buoni genitori, prendiamoci la responsabilità dei nostri animali, alleviamoli solo quando ci sentiamo maturi per farlo, registriamoli all’anagrafe canina e facciamoli crescere in ambienti idonei e sempre sotto il nostro controllo. Non lasciamoli quindi in strada quando ci viene meno la voglia di accudirli, come se si trattasse di un giocattolo o di un vestito passato di moda.
Non pensiamo, nascondendoci dietro un opinabile perbenismo, di identificare come ‘’ buoni ‘’ quelli che abbandonano i cani al loro destino o che li fanno riprodurre in maniera scriteriata perdendone poi il controllo, e ‘’cattivi‘’ quelli che reclamano il diritto alla sicurezza, o alla quiete notturna.
Ecco, il problema del randagismo è solo un problema di civiltà, che investe i Cittadini da una parte e l’Amministrazione dall’altra, esattamente come si verifica con i rifiuti: ‘’se tutti sporchiamo e l’amministrazione non pulisce bene, vivremo tra la sporcizia. Se ci sforziamo di sporcare meno, e l’Amministrazione di pulire meglio, la città comincerà a risplendere‘’.
Allora, se tutti ci rimboccheremo le maniche, avendo prima recitato il ‘’mea culpa‘’, forse, tra qualche anno, anche il problema del randagismo potrà essere risolto.
Di Santo Anatra