Se vi fosse mai capitato, avete mai ascoltato quella vocina accompagnata da una spiacevolissima sensazione che dopo una sbornia vi impone: “non farlo mai più..!”. Di cosa si tratta? Fino a poco tempo fa potevamo rispondere in maniera un po’ generica, la nostra coscienza, oppure la voglia di star bene, di salute. Adesso invece grazie ad un gruppo di neuro scienziati ne conosciamo nome e cognome, oltre che da dove arriva, accompagnato spesso da forti mal di testa. È di pochi giorni infatti la scoperta, proveniente dall’Università dello Utah (Stati Uniti), della regione del cervello che viene attivata dopo un’eccessiva somministrazione di alcool o di droghe, e che grazie a tale attivazione impedisce alla nostra volontà che l’esperienza si ripeta, almeno fino a quando l’area non si disattivi e che dunque anche l’autoinibizione si estingua, permettendo che il ciclo possa ripetersi e dunque una nuova sbornia… L’area cerebrale in questione si chiama habenula laterale, è posta a pochi centimetri dall’ippocampo e dal cervelletto, è una delle regioni cerebrali più piccole e sembra funzionare come una sorta di “quartier generale” dei processi decisionali. Qualche mese fa tale regione era stata posta alla pubblica attenzione perché associata alle decisioni che ogni giorno ci capita di prendere, dalle più irrilevanti alle più delicate, ma adesso attraverso esperimenti su ratti abitualmente propensi all’assunzione di alcol si è scoperto che essi riescono ad ingerire sostanze alcoliche soltanto quando quest’area è disattivata. Se al contrario, attraverso degli elettrodi, l’Habenula laterale viene attivata in tali ratti, si è visto che essi non si avvicinano per niente alle bevande alcoliche che gli vengono poste accanto, quindi facilmente raggiungibili. Si è anche visto che tale organo viene attivato in maniera naturale dopo una forte sbornia, quindi si è arrivati alla conclusione che è proprio questa parte del cervello, in aggiunta agli sgradevoli sintomi post-alcol, come nausea e mal di testa, che ci fa dire o pensare: “mai più!”.
Il valore di tale scoperta da un punto di vista prettamente scientifico è enorme, in quanto offre una via terapeutica fino a ieri sconosciuta per il trattamento dell’alcolismo o di altre forme di abuso. L’idea sarebbe quella di sintetizzare dei farmaci che vanno direttamente ad attivare o amplificare tale area cerebrale, in mode che l’individuo sia condizionato in negativo al momento della decisione di assumere alcol o altre sostanze di abuso. In fondo l’escalation del consumo in qualsiasi momento della giornata è ciò che alla fine segna la differenza tra l’alcolizzato ed bevitore sociale, e dunque riuscendo ad effettuare tale attivazione che riesce a riconoscere le brutte esperienze, pare chiaro che si potrebbe riuscire artificialmente ad evitare che tali esperienze si ripetano. Una scoperta aggiungerei “epocale” che potrebbe segnare definitivamente la lotta all’alcolismo ed a qualsiasi altro tipo di abuso in maniera semplice, efficace, veloce, senza altri tipi di supporti terapeutici come i supporti psicologici o la reintegrazione sociale, termini che vanno molto di moda nei nostri tempi, modalità altamente usate ed abusate nella nostra società, ed aggiungerei professionisti fino ad ora “fondamentali” per la terapia di tali disfunzioni che verosimilmente a breve, potrebbero improvvisamente trovarsi disoccupati….
Fabrizio Barone