Sebastiano Tusa indica elementi di un possibile programma amministrativo

Sebastiano Tusa

PARTANNA – Sebastiano Tusa, Soprintendente per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani e sovrintendente regionale del mare, ribadisce la sua disponibilità, alle condizioni politiche indicate ieri (cioè sostegno alla sua candidatura da parte di Dino Mangiaracina e Giulia Flavio), a candidarsi a sindaco di Partanna.

Queste che seguono sono indicazioni iniziali ed alcune delle proposte di lavoro amministrativo che ci ha fatto pervenire e che lui porterebbe avanti:

“Partanna ha bisogno di chiarezza e trasparenza nella sua politica cittadina con una seria discriminante antimafia. Ma, si badi bene, questo deve essere un prerequisito, oserei dire, automatico e pregiudiziale, non un obiettivo. L’antimafia è un prerequisito, una discriminante pregiudiziale, non un obiettivo. Così come discriminanti pregiudiziali devono essere competenza e professionalità

Presupponendo che una classe politica che si candidi alla guida della città debba avere tali caratteristiche veniamo agli obiettivi di una futura amministrazione.

Penso che la politica della prossima amministrazione debba essere basata sulla creazione di condizioni favorevoli per lo sviluppo di due settori fondamentali per il rilancio della vita sociale ed economica della città: agricoltura e turismo culturale.

Certo l’agricoltura vive oggi profonda crisi dovuta all’insana politica estera italiana che non protegge adeguatamente le nostre eccellenze produttive al livello comunitario e mondiale, ma ritengo che ci siano spazi per incentivare l’imprenditoria giovanile e di nicchia promuovendo le peculiarità del nostro territorio e colture che potenzialmente possono essere incentivate: dal vino all’olio, dall’orticultura alla floricultura, dai legumi alle essenze al bosco etc. utilizzando al meglio le opportunità finanziarie europee ed il microcredito. Il comune può agevolare tale processo velocizzando la macchina burocratica e creando condizioni oggettive ed attrattive di investimento.

Intimamente legato al settore agricolo è quello del turismo culturale che deve basarsi sulla corretta gestione dei beni archeologici, monumentali, storico-artistici e etno-antropologici del territorio. Non serve incentivare con pur opportune campagne promozionali l’accoglienza se non riusciamo a fornire servizi culturali efficienti. Molto è stato fatto dalla Soprintendenza e dalle amministrazioni comunali precedenti, ma molto deve essere ancora fatto. Le aree archeologiche e monumentali devono essere adeguatamente pulite e fornite di strutture idonee e funzionali alla visita. In quest’ottica vanno incentivate le piccole aziende e cooperative dedite all’accoglienza, elemento essenziale per attrarre turismo culturale”.


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