PALERMO – Dopo lo stop alla pre-apertura della caccia del 31 agosto e del 7
settembre, adesso il Tribunale amministrativo regionale sospende per
la terza volta il Calendario venatorio 2021-22, emanato dall’Assessore
regionale all’agricoltura Toni Scilla. Ieri (3 novembre), infatti, il TAR Palermo
ha depositato l’ordinanza n. 709/2021 che accoglie la sospensiva
richiesta da WWF Italia, LAV, Legambiente Sicilia, Lipu BirdLife
Italia, LNDC Animal Protection ed Enpa che, difese dagli avvocati
Antonella Bonanno e Nicola Giudice, avevano impugnato i decreti
assessoriali che stabilivano periodi e specie cacciabili. Da oggi,
quindi, stop alle doppiette in tutta la Sicilia: secondo il TAR,
infatti, la Regione non ha tenuto conto dell’emergenziale ambientale
determinata dagli incendi estivi, che hanno danneggiato gravemente le
popolazioni di animali selvatici.
Nel ricorso, infatti, le sei Associazioni ambientaliste ed animaliste
avevano stigmatizzato “l’apertura della stagione venatoria in
violazione del principio di precauzione ed in manifesta contraddizione
con la situazione emergenziale degli incendi, mettendo a rischio la
conservazione degli habitat naturali e la sopravvivenza di molte
specie”. La Regione, invece, da una parte aveva dichiarato lo stato di
calamità per agricoltura e zootecnia, dall’altra aveva comunque
autorizzato l’apertura della caccia senza, però, individuare e
tabellare tutte le aree incendiate dove vietare la caccia. Anche
l’I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale) aveva invitato la Regione a limitare la caccia,
richiamando l’art. 19 della L. 157/1992 che impone la riduzione della
stagione venatoria per “sopravvenute particolari condizioni
ambientali, stagionali o climatiche o per altre calamità”. Tutto ciò
non è avvenuto, per cui oggi il TAR ha sonoramente bocciato “le
previsioni contenute nel calendario Venatorio 2021-2022 nella parte in
cui autorizzano, senza una specifica e idonea motivazione in grado di
superare il parere dell’I.S.P.R.A., le predette attività venatorie”
che – stabiliscono i Giudici amministrativi – “devono considerarsi
illegittime”. Su siccità ed incendi, in particolare, il TAR fa
riferimento ad un parere ISPRA del 2021 “che indubbiamente presuppone,
quantomeno, il divieto di caccia sui terreni incendiati” che la
Regione ha l’onere di individuare e delimitare.
Per WWF Italia, LAV, Legambiente Sicilia, Lipu BirdLife Italia, LNDC
Animal Protection ed Enpa si tratta di un grande risultato per la
tutela degli animali selvatici: “con questa ulteriore vittoria
giudiziaria è stata riaffermata la legalità e la prioritaria esigenza
di tutela della biodiversità. “La magistratura ha sonoramente bocciato
i decreti ‘sparatutto’ dell’Assessore Scilla: sapeva di approvare atti
illegittimi e devastanti per la fauna, ma lo ha voluto fare ugualmente
per concedere un regalo ai cacciatori più oltranzisti. Invece di agire
nell’interesse di tutti, l’Assessore preferisce assecondare tutte le
richieste del mondo venatorio più estremista. E’ assurdo ed
inaccettabile che tra incendi estivi ed alluvioni autunnali, la fauna
della Sicilia venga costantemente messa a rischio dalle fucilate dei
cacciatori con il benestare della Regione”.
Il TAR, infine, ha dichiarato illegittima anche l’inclusione della
Tortora selvatica tra le specie cacciabili, in violazione dei pareri
di ISPRA e delle indicazioni della Commissione europea, nonché
l’allungamento della stagione di caccia alla Beccaccia fino al 10
gennaio 2022, in periodo di migrazione prenuziale.
Sicilia. Caccia, il Tar sospende di nuovo la stagione venatoria
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