Sicilia in prima linea contro l’epatite C: necessario identificare i portatori non consapevoli

ACI CASTELLO – Identificare specifici setting di pazienti positivi al virus HCV dell’epatite C, spesso inconsapevoli del loro stato di portatori di infezione: questa è la parola d’ordine degli specialisti riuniti nei giorni scorsi ad Aci Castello (CT) nell’incontro promosso da Gilead, che ha visto la partecipazione dei maggiori esperti nel campo dell’epatologia siciliana impegnati nel raggiungimento del traguardo indicato dell’OMS, ovvero l’eradicazione dell’infezione entro il 2030.

Le nuove frontiere ad azione antivirale diretta sono in grado di modificare la storia naturale della malattia cronica con la possibilità di guarigione oltre il 95%. La Sicilia rappresenta senza dubbio un modello virtuoso nella definizione dei percorsi terapeutici e nell’erogazione delle cure: la rete HCV Sicilia, riconosciuta con decreto della Regione, è in grado di collegare in maniera telematica i centri ospedalieri del territorio autorizzati alla diagnosi e alla terapia dell’HCV, consentendo così di identificare i pazienti con infezione cronica da virus, di definire lo stadio della malattia e allocare i pazienti alla terapia per loro indicata con appropriatezza.

In Sicilia sono oltre 15.000 e circa 2.200 quelli in attesa di trattamento, scelti sulla base degli 11 criteri di prioritizzazione stabiliti da AIFA.


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