Sicilia: mille imprese in più nel terzo trimestre. Più edilizia e artigianato, meno turismo e commercio

PALERMO – Piccola, artigiana, tecnologica e innovativa:
è l’identikit della nuova imprenditoria siciliana che sta facendo
cambiare volto al tessuto produttivo regionale, secondo le tendenze
rilevate dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia che ha
elaborato i dati Movimprese relativi al terzo trimestre di quest’anno.
L’estate, infatti, ha portato bene al tessuto economico dell’Isola, con
un saldo di quasi mille nuove attività, esattamente 980, proseguendo il
trend più che positivo del secondo trimestre 2024 che si era chiuso con
un attivo di 1.759, e in netto incremento rispetto alle +727 ditte del
terzo trimestre 2023. Il dettaglio per province ci dice che la crescita
è stata omogenea e proporzionata su quasi tutto il territorio regionale,
con la sola eccezione di Siracusa: Agrigento, +127; Palermo, +296;
Caltanissetta, +64; Trapani, +120; Catania, +252; Messina, +135; Ragusa,
+73; Enna, +27; Siracusa, -114.
Il totale delle aziende attive iscritte agli albi camerali è arrivato,
così, a 383.977 unità, oltre mille in più rispetto al terzo trimestre
dello scorso anno, quando il saldo era di 382.764. Alla base di questa
crescita ci sono due settori in significativa ripresa: le costruzioni,
che continuano ad attrarre imprenditori malgrado la frenata sui bonus
edilizi, con 108 aziende in più; e l’artigianato che da qualche tempo
esprime vivacità e che quest’estate ha registrato 209 iscritti in più.
Ma la novità più sorprendente arriva dal settore delle cosiddette
“imprese non classificate”, che comprende le nuove attività
tecnologiche, innovative, digitali e “green”: è di 1.745 il saldo delle
new entry, fra ben 2.025 nuove iscritte e appena 280 cessate.
L’innovazione, come detto, cambia volto all’economia tradizionale, che
si adegua ai cambiamenti. Infatti, nonostante l’overtourism cui abbiamo
assistito quest’anno, da giugno a settembre le attività di alloggio e
ristorazione in Sicilia hanno perso 161 realtà, così come oggi operano
18 aziende in meno nel campo dei noleggi e 49 in meno in quello dei
trasporti.
Come era prevedibile, invece, la siccità ha mietuto 87 aziende agricole,
ma quello che era meno stimabile è la crisi del commercio, con 1.120
chiusure a fronte di appena 595 aperture e un saldo di -525 unità; e
quella della manifattura, con un saldo negativo di 76 aziende (99
aperture contro 175 chiusure).


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