SANTA NINFA – A Santa Ninfa, in un passato non molto remoto, le decisioni che riguardavano la vita politica ed amministrativa del paese erano accessibilissime, i dibattiti consiliari erano registrati e chiunque poteva chiedere ed estrarre copia magnetica della registrazione.
Oggi tutto è cambiato. Ma andiamo per gradi.
Nel 2012 è prevista l’introduzione della video registrazione delle sedute consiliari. Con l’avvento del nuovo Consiglio, qualcuno si aspetta che dalle parole si passi ai fatti, soprattutto perchè molti protagonisti, della passata legislatura, hanno “rafforzato” il proprio ruolo.
Così, il nuovo gruppo di minoranza insiste sulla videoregistrazione, come punta di diamante della trasparenza.
Il sindaco (ex presidente del consiglio) appare appoggiare l’iniziativa, ma evidenzia che occorre una modifica del regolamento consiliare. Passano i mesi, le sedute consiliari continuano a non essere videoregistrate.
Il gruppo di minoranza, il 07.10.2013, formula una proposta di modifica del regolamento dove sostituisce la parola “registrazione” con il termine “videoregistrazione”, e soprattutto toglie “possono” ed inserisce “devono”. L’opposizione, con quel “devono”, vorrebbe l’obbligatorietà della videoregistrazione.
Il presidente del consiglio, il 28.11.2013, a distanza di oltre un mese dalla richiesta della minoranza, convoca il consiglio per discutere la proposta, ma gli uffici, in data 22.11.2013 scrivono “parere non favorevole” sull’iniziativa dell’opposizione, per mancata acquisizione del “parere” della commissione consiliare competente.
L’opposizione non si arrende, e sfruttando “la svista” che “nessuno” aveva comunicato il parere “non favorevole” alla minoranza, durante la seduta consiliare del 28.11.2013, è la stessa opposizione che fa rilevare che la proposta è improcedibile. Il Presidente è costretto a ritirare il punto.
Dopo settimane di attesa, la proposta ritorna in consiglio, con il parere favorevole della commissione e degli uffici. Ed in aula (finalmente) si accende il dibattito politico.
Dalla delibera consiliare pubblicata, si evince che in data 11.03.2014, dopo 5 mesi dall’iniziativa dell’opposizione, una lunga discussione, ed una pausa di mezz’ora nei lavori consiliari, la maggioranza torna in aula con tre emendamenti, affinchè la registrazione sia possibile solo “discrezionalmente”.
In pratica, la maggioranza vuole il “possono”; forse perché ritiene che la politica non può avere obblighi? O semplicemente sono in troppi, al suo interno, a preferire il “Can” al “Must”? Eppure, l’opposizione non si scompone, e dichiara “Ringraziamo il sindaco per la disponibilità e l’apertura. Prendiamo atto della chiusura della maggioranza. Ritiriamo la nostra proposta. Ed aspetteremo che il sindaco ed il presidente del Consiglio attuino e realizzano ciò che hanno approvato con l’ordine del giorno del 2012.
Come neofita del giornalismo, leggendo gli ultimi verbali di sedute consiliari, ho avuto qualche perplessità a rimanere “neutro” sulla vicenda. Chissà cosa ne pensano i santaninfesi!. E pensare che un tempo, non troppo lontano, il cittadino che andava al comune di Santa Ninfa poteva ritirare la sua registrazione ed ascoltarsela liberamente nel salotto di casa.
Da qualche giorno, inoltre, l’archivio storico del comune non è più “liberamente” accessibile. Per accedere bisogna registrarsi ed a volte non ci si può nemmeno registrare.
Cosa succede alla politica santanininfese? I politici non dovrebbero dimenticare che il Palazzo, deve essere di “vetro” per i cittadini”, ed accessibile a tutti. Questa sarebbe la vera democrazia partecipativa. Nell’era virtuale, basterebbe poco o niente. In un paese “aperto”, poi nessuno dovrebbe dimenticare che i consiglieri comunali in una seduta pubblica finanziata con denaro pubblico, non dovrebbero avere privacy e soprattutto non dovrebbero “appigliarsi ai verbi” per fare l’interesse della cittadinanza.
Batman