BURGIO – Pochi sanno dei rapporti che il poeta Giacomo Leopardi ha avuto con la Sicilia e con gli scrittori isolani della prima metà dell’ ‘800. Fanno nuova luce sulla vita e sulle opere del poeta di Recanati due docenti agrigentini, i coniugi Stefano Certa e Angela Marchica di Sciacca, professori di matematica, fisica e informatica, i quali hanno ultimato una corposa pubblicazione di 750 pagine, con circa 230 fotografie, di cui molte a colori e alcune inedite, dal titolo “Leopardi e il suo mondo”. Si tratta della prima biografia che sia stata scritta su Leopardi da autori, ricercatori e letterati siciliani. E’ un approfondimento storico ed organico che i due scrittori saccensi hanno realizzato grazie a nuove ricerche portate alla luce nel corso di appositi viaggi fatti di recente anche a Napoli, dove il Leopardi abitò e morì, e grazie a documenti mai opportunamente presi in considerazione perché in passato essi sono stati in parte al centro di polemiche e dubbi tra gli stessi studiosi. I documenti esistono – precisa il prof. Stefano Certa – contrariamente a quanto sostenuto da qualche studioso che sospettava addirittura che fossero una invenzione di Antonio Ranieri, l’amico napoletano di Leopardi. I due autori raccontano alcuni aspetti umani ed avvenimenti poco conosciuti della vita del poeta. Si soffermano su diversi documenti come il certificato di morte di Leopardi stilato dal messinese dott. Stefano Mollica, mai fotografato e pubblicato. Nella biografia è descritto l’aspetto umano di Leopardi nelle varie fasi della sua vita. Si pone l’accento sui rapporti familiari del poeta, la cui famiglia, dal lato materno, era numerosa. Si scopre come i rapporti con i parenti fossero continui e, quando il poeta era molto giovane, come gli zii siano stati molto presenti nella sua educazione. Contrariamente a quello che si pensa, Giacomo Leopardi non era solo né da giovane né da adulto, era circondato da affetto e rispetto che, a volte, gli risultarono gravosi Nella biografia sono presentati sia i luoghi, in cui Leopardi ha vissuto quando riuscì finalmente a lasciare Recanati, sia le persone con cui il poeta si è incontrato nelle varie fasi della sua vita. Le novità evidenziate nel libro biografico sul poeta riguardano anche la cultura scientifica di Leopardi poco studiata nelle scuole, la proposta del marchese Tommaso Gargallo a che Leopardi potesse occupare la cattedra per un corso semestrale di Eloquenza presso l’università di Palermo, alcuni disegni eseguiti dal poeta in età adolescenziale, i suoi rapporti avuti con alcuni intellettuali siciliani dell’epoca e tante foto, alcune del tutto inedite, dell’atto di morte, dell’amica Paolina Rainieri e della casa napoletana di vico Pero 2 dove Leopardi morì. L’attenzione della Sicilia all’opera di Leopardi fu confermata nel 1834 dalla pubblicazione dei “Canti”, nell’edizione Piatti 1831 di Firenze, da parte della tipografia palermitana di Francesco Spampinato. Giacomo Leopardi ebbe con gli intellettuali siciliani del suo tempo qualche scambio epistolare, con il marchese siracusano Tommaso Gargallo che lo incontrò a Napoli, con il docente universitario palermitano Vincenzo Mortillaro. Il libro è destinato ai giovani, agli studenti delle scuole medie inferiori e superiori nonché agli universitari. “Il nostro sogno – affermano Stefano ed Angela – è quello di recarci a Recanati, libri alla mano, per donarli alla discendente del poeta, la contessa Olimpia Leopardi, e al sindaco della cittadina Antonio Bravi”.
Enzo Minio