Valori partannesi

di Vito Piazza

Lo so. Sono fuori moda. Ma c’è chi segue la moda e chi invece la crea. Allora – diceva Nietzsche – se Dio è morto, tutto è possibile. E perfino la canzone di Guccini, sebbene avesse un finale molto religioso, fu censurata. Noi agiamo in base a quello che gli specialisti del settore chiamano DOMINIO PERSONALE quel grumo di convinzioni, pensieri, pregiudizi e soprattutto valori che si possono “vedere” anche quando diciamo un semplice ed educato “Buongiorno!” O il più familiare “Ciao cumpà”! I valori non sono fuori di noi, non abitano l’iperuranio platonico che si trova sempre in un “altrove” fuori dal tempo e dallo spazio. I valori sono influenzati dal tempo e dallo spazio. E noi siamo qui a chiederci quali siano i valori di questa nostra città che è anche civiltà dei fossati e delle buche nelle strade, dove enormi dissuasori non riescono a evitare incidenti, dove puoi trovare di tutto tranne che la verità, dove la furbizia è un valore più grande dell’intelligenza e la persona buona tre volte è come minimo “babbu”. Ho sempre sostenuto che il difficile non è avere idee nuove, ma liberarsi dalle idee vecchie: le idee vecchie fanno parte di quel “dominio personale” che ciascuno porta di sé e che a volte sono spine, a volte sono rose. Oggi si parla di RIFLESSIVITA’ e di METACOGNIZIONE – paroloni grandi – per dire che bisogna riflettere sulle nostre azioni e sui nostri pensieri quotidiani. I partannesi? Si comportano come i bizantini che con i barbari alle porte fanno finta di niente e discutono sul sesso degli angeli, cosa che in chiave moderna si traduce nel tifo per questa o quella squadra, della politica e soprattutto di scuola. Rimango sempre meravigliato e un po’ umiliato quando “sento” parlare di questa o quella circolare di cui ogni maestro sa tutto, specie se ci possono attaccare un ricorso grazie a quella legge 104/92 che moltissimi hanno doppia: la propria e quella di un parente che vedranno due o tre volte durante cinque anni. Sanno tutto e sono convinti che non sulla conoscenza si può contare, ma sui CONOSCENTI e “SULLE” conoscenze. Lo so: confondono l’informazione con la conoscenza, e il sapere quale era la formazione della Juve nel 1968 è un’informazione che supera quello di essere informati sul terremoto. Sull’aspetto temporale dei valori c’è poco da dire di “nostro”. Di sicuro il valore della religione è cambiato: al tempo delle crociate si uccideva e si stuprava perché Dio “lo vuole”. Oggi anche i preti più retrivi non lo sosterrebbero. Del resto i preti di Partanna sono una specie in estinzione e presto dovremo farne a meno dato che il Parco Nazionale degli Abruzzi li vuole chiamare a sé come specie in estinzione. Ma torniamo ai valori. L’onore. E’ sempre stato preferito alla stima; anche se l’onore te lo danno gli altri, la stima devi conquistartela. L’onore è associato ad uomo d’onore. Una formula meno intrisa di spirito mafioso vede nella parola data la cosa più importante: “lu voi pi li corna, l’uomo per la parola”. E’ una frase bella, poetica: ma dobbiamo chiederci: oggi è ancora così? Dobbiamo dire di sì per un semplice motivo: la controparte non può parlare, al massimo muggire. A Partanna ci sono tante iniziative culturali. I partannesi sono generosi. E’ ancora un valore? Forse sì, ma sempre meno. Sono sicuro che in questo inverno freddissimo nessuno è sceso dalla macchina con la spada per tagliare il proprio mantello e donarne la metà al povero di turno. I partannesi sono religiosi. Ma non credono – non nel modo ortodosso – a Dio. Non lo amano. Lo temono. E nessun partannese che si rispetti rivolge la propria preghiera a Dio. Si rivolgono – ci rivolgiamo – ai Santi. Ci rivolgiamo a Dio tramite gli avvocati, – i santi appunto – gli stessi che intervengono tutte le volte che il bue dimostra di avere più “parola” dell’uomo. Vogliamo riflettere sui valori? Vogliamo dimostrare che la dominazione spagnola non ci ha lasciato i propri valori che noi abbiamo mantenuto? E quali i valori da eliminare? In primis liberarsi, liberarci dalla idea “vecchia” che ogni popolo – il nostro in particolare – possa essere governato dalle tre F: Fame, Football, Forca. I grandi temi non sanno scuoterci: “a un parmu di lu me culo….” No. Facciamo tutti atto di contrizione e soprattutto proviamo quella abitudine a noi ignota: leggere. E per favore: non solo la Gazzetta dello sport. Ci sono i libri, non necessariamente i miei. Lo so cosa state pensando: lu immurutu di ‘mezzu la via, vidi la ‘obba di l’atri, la ‘so un si la talia”. Sto provvedendo da una vita: leggo, leggo, leggo. Ma trovo poca compagnia. La colpa? Della scuola. Tutti viaggi distruzione. E l’apostrofo è volutamente OMESSO. (continua, se il Direttore vorrà e non sarò considerato un gufo. O meglio: il Grillo Parlante che lascio volentieri a Pinocchio).

 


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