Vandalismo a Cala Rotonda di Favignana

FAVIGNANA – Quando a Favignana, lo scorso mese di agosto, un turista ha trovato per caso uno scheletro umano, probabilmente risalente all’epoca preistorica, due archeologi romani che erano casualmente tra i vacanzieri, si sono messi a disposizione della Soprintendenza dei BB.CC. di Trapani, per organizzare un primo campo di fortuna ed evitare un sicuro danneggiamento dei resti.

Nell’attesa dell’intervento dell’antropologo per la datazione del reperto, alcune parti dello scheletro sono state recuperate dai due volontari e quindi, catalogate, registrate e trasportate presso il museo dell’ ex stabilimento Florio.

La Soprintendenza dei BB.CC. di Trapani comunicò che gli scavi sarebbero iniziati nel mese di settembre ma, ancora nulla è stato fatto.

Oggi quello che è accaduto è sotto i nostri occhi: lo scheletro è andato distrutto e le parti rimaste sono irrimediabilmente danneggiate da vandali.

“Da una parte la Sovrintendenza che non ha protetto il bene archeologico ritrovato nell’isola, dall’altra l’atto vandalico – dichiara Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia – ci dimostrano quanta strada dobbiamo ancora percorrere per salvare il nostro patrimonio archeologico e naturale. Sollecitiamo la Sovrintendenza ad iniziare gli scavi a Cala Rontonda nel più breve tempo possibile,  ma nel frattempo lavoriamo anche ‘dal basso’. In questo periodo Legambiente è, infatti, impegnata, a portare avanti il concetto di legalità attraverso comportamenti civici corretti con un progetto presentato alle scuole elementari di Favignana. Lo scopo è quello di far conoscere, a partire dai più piccoli, le loro origini culturali e storiche, per poterne capire l’importanza, e quindi, averne rispetto. Difendere la nostra storia significa anche tutelare le testimonianze materiali che la raccontano, come lo scheletro di Cala Rotonda: se vengono danneggiate, veniamo danneggiati tutti, se vengono trafugate, veniamo derubati tutti”.


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